Corea del Nord, il primo discorso di Kim Jong-Un: “Al riparo da minacce con l’atomica”

PYONGYANG, 15 APR – La fondazione dell'esercito rivoluzionario ha liberato la Corea del Nord dal colonialismo nipponico, ma lo sviluppo delle armi atomiche l'ha messa al riparo dalle ''minacce dell'imperialismo'' basato sul nucleare.

Il primo discorso pubblico da leader di Kim Jong-un, la terza generazione della famiglia Kim al potere, avviene questa mattina a sorpresa nell'occasione piu' solenne: l'enorme parata militare per il centenario della nascita del fondatore della nazione, il nonno e 'presidente eterno' Kim Il-sung.

Il 'giovane generale' conferma la politica del 'Songun', quella dei 'militari prima di tutto' consolidata dal padre, il 'caro leader' Kim Jong-il morto a dicembre, e ribadisce nei fatti che nucleare e forze armate sono i pilastri del regime.

Kim Jong-un parla di ''sviluppo dell'idea Juche'', l' ideologia che combina elementi confuciani e comunismo pensata dal 'presidente eterno', di ''sviluppo dell'economia'' e del miglioramento della ''vita delle persone'', ma soprattutto ringrazia, dalla loggia d'onore sulla piazza a lui dedicata, Kim Il-sung, il capostipite, per ''aver fondato 80 anni fa le rivoluzionarie Armate del Popolo'', alla base della vittoria sull'occupazione coloniale del Giappone del periodo.

Un lavoro poi ''rafforzato'' dal padre Kim Jong-il, col balzo nei missili balistici a lungo raggio e dei test nucleari, fino ad avere portato ''la superiorita' della tecnologia militare'' della Corea del Nord a pari livello con le potenze imperialiste.

Il debutto pubblico avviene di fronte al meglio delle forze armate, una sfilata oltre 10.000 militari tra truppe speciali, cadetti ed elite dei vari corpi, con tanto di mezzi pesanti, blindati e cingolati per finire a pattuglie aeree acrobatiche e ai famosi missili tra cui spunta, in coda alla parata, un missile di 20 metri di lunghezza a gittata media all'apparenza di nuova fattura e che nulla avrebbe nulla a che fare con quello che indiscrezioni ipotizzano in fase di studio e capace di raggiungere gli Usa. In ogni caso, dopo la delusione di venerdi' sul lancio del 'satellite' per l'osservazione terrestre risoltosi in un chiaro insuccesso, il messaggio e' quello della continuita'.

''Tutti insieme, andiamo avanti verso la vittoria finale'', scandisce il giovane leader tra una ovazione e l' altra, durante il discorso di 20 minuti, mentre le centinaia di migliaia di persone intonano l'interminabile coro ''Mansei!'', cioe' 'lunga vita'. Il giovane generale, col consueto 'vestito alla Mao' di colore scuro, voce sottile e monotona forse per l' emozione, chiede la spinta collettiva per la ''vittoria finale: per noi si apre una nuova era e il nostro Paese risplendera' per sempre''.

''Voglio estendere il mio saluto ai nostri connazionali della Corea del Sud e al resto del mondo che si dedica al processo di riunificazione e alla prosperità delle nazioni'', aggiunge, staccando raramente gli occhi dal testo scritto dell'intervento.

Si chiude la parata di due ore con una serie di fuochi di artificio e le fanfare suonate da una banda militare composta da almeno 2.000 elementi, mentre il leader, nominato alle cariche strategiche e piu' alte del regime negli ultimi giorni, si congeda salutando la folla dai due balconi del loggione.

In serata c'e' un'altra sorpresa: il 'giovane generale' concede il bis e presiede lo show ricchi fuochi pirotecnici (nel 2010 erano costati piu' di 5 milioni di dollari) che in serata illuminano il fiume Taedong a giorno, davanti a una moltitudine di persone. Il finale e' lo stesso: ''Mansei!'', il coro ormai diventato familiare, cantato a squarciagola per una decina di minuti.

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