Corno d'Africa: arrivano i primi aiuti dall'Italia

NAIROBI, 3 AGO – Un campo profughi grande come Firenze, nell'est del Kenya, dove vivono 400 mila somali fuggiti dal doppio incubo delle milizie islamiche degli Shabab e della carestia, la peggiore degli ultimi 60 anni. A loro, ai profughi di Dadaab, oggi l'Italia ha consegnato il primo cargo di aiuti umanitari con la promessa che presto ce ne saranno altri e con la speranza che presto si possa arrivare a portare aiuti direttamente in Somalia dove le condizioni di instabilita' politica e gli scontri tra truppe dell'Amisom (Unione africana) e Shabab impediscono agli operatori umanitari di lavorare in condizioni di sicurezza.

Intanto oggi a Nairobi un primo passo e' stato compiuto per aiutare non solo i somali ma anche gli oltre 12 milioni di persone colpite dalla siccita' che sta devastando Somalia, Etiopia e Kenya. Le autorita' kenyane e la Croce rossa hanno ricevuto ''40 tonnellate di beni alimentari messi a disposizione dalla Cooperazione italiana'', ha detto il Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica che ha consegnato gli aiuti nelle mani del ministro del Nord del Kenya. ''L'operazione italiana – ha spiegato il senatore – si aggiunge agli 11 milioni di euro di interventi umanitari della Cooperazione allo Sviluppo e si somma ai 9 milioni di euro gia' accantonati dall'Italia per l'emergenza umanitaria in Corno d'Africa''.

Di aerei italiani ne partiranno altri a breve, ma e' ancora presto per dire quando gli aiuti potranno essere consegnati direttamente a Mogadiscio dove peraltro si contano gia' 40 mila profughi. ''Gli shabab impediscono la presenza sul territorio di ong non musulmane'', ha spiegato il sottosegretario. In piu' la situazione sul terreno rimane critica. Solo due giorni fa due soldati della forza Amisom sono morti in un attentato suicida. Questo dimostra quanto il dramma della carestia in Somalia sia strettamente intrecciato alla questione politica, militare, della stabilita' del paese.

In un incontro con il presidente del parlamento somalo Sherif Hassan Sheikh Aden Mantica ha ribadito quanto sia importante sostenere gli sforzi del Governo transitorio federale. Sforzi che saranno fissati dalla conferenza organizzata dall'Onu a Mogadiscio a meta' agosto, nella quale saranno messe sul tavolo tutte le risposte che il governo transitorio dovra' dare al suo paese. Dall'altro lato c'e' anche il sostegno dell'Italia al movimento politico Ahlu Sunna Wal Jamaa, gruppo interclanico e sufi che intende opporsi all'integralismo degli Shabab. Il partito, che in questi giorni sta tenendo una sua conferenza, controlla le zone di Mogadiscio dove ci sono i due principali campi profughi, Bad Bado e Tawlik. Infine il Puntland, la regione autogovernata epicentro del fenomeno della pirateria. Li' la questione cruciale sara' dare un'alternativa economicamente valida a quella parte di popolazione che sopravvive, se pur in modo illegittimo, grazie alle attivita' collaterali alle azioni criminali dei pirati.

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