Coronavirus Vaccino entro l'anno: la madre di tutte le fake news Coronavirus Vaccino entro l'anno: la madre di tutte le fake news

Coronavirus, ci vorranno due anni. Morti e malati quota accettata quale sarà?

Coronavirus, ci vorranno due anni, almeno. Almeno due anni di vita con il coronavirus tra noi umani. Due anni, non solo perché questo è l’auspicio della OMS.

Due anni di Coronavirus perché questo è il calcolo cui portano il buon senso e i fatti. Almeno due anni, se condiamo buon senso e realtà con un po’ di ottimismo.

VACCINO CORONAVIRUS: TRA IL LABORATORIO E LA FARMACIA…

Ammesso e non concesso il vaccino sia trovato, disponibile e testato tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021, ammesso e non concesso vaccino sia realtà in laboratorio, quanto poi ci mette ad essere realtà nella farmacia sotto casa?

C’è un tempo del vaccino che non può essere compresso: quello per vedere se funziona. Se funziona lo sai solo dopo ever esposto al contagio un numero vasto di persone per un congruo periodo di tempo. Dovrebbe essere intuitivo ma purtroppo non lo è: l’effetto del vaccino lo misuri col tempo e se comprimi il tempo non sai che effetto ha. Quindi gran confusione (voluta e accarezzata, confusione coccolata da informazione e opinione pubblica) tra vaccino inteso come sostanza anti virus (ci si è relativamente vicini) e vaccino inteso come farmaco immunizzante.

PRODURLO, DISTRIBUIRLO, SOMMINISTRARLO…

Vaccino, effetto rimozione. Informazione e pubblica opinione condividono la rimozione dei tempi per produrlo e distribuirlo. Si dà per ovvio quel che è invece arduo, complesso e difficile: produrre miliardi di dosi. Ci vogliono materiali, fabbriche, tempo. E tempo occorre per la distribuzione del vaccino una volta prodotto e tempo ancora occorre per la somministrazione del vaccino a miliardi di persone. Quindi due anni di vita degli umani con coronavirus tra loro è una stima fiduciosa. Sempre che vaccino arrivi.

CORONAVIRUS ENDEMICO, SEMPRE DUE ANNI SONO

Oppure coronavirus potrebbe diventare endemico, assuefarsi all’umano e viceversa, scalare a malattia di lieve media entità…Sempre due anni sono. Se succede, non è che succede di colpo. Quindi, come la giri e la volti, vaccino o virus indebolito o una sorta di sopravvenuta immunità di gregge (centinaia di milioni di contagiati, siamo a 23 milioni ma probabilmente la cifra vera è almeno doppia) sempre due anni sono.

MORTI E MALATI, QUALE LA SOGLIA?

Morti e malati in questo due anni, quale la soglia? Non la soglia medica, clinica. La soglia sociale e culturale, la soglia sulla quale la comunità, più o meno senza esplicitamente dirselo, fisserà la sua tolleranza. Su quale soglia e quota di malati e morti ci metteremo d’accordo giudicandola sopportabile, inevitabile, congrua?

Lo faremo, lo stiamo già facendo, gli umani sotto pestilenza lo hanno sempre fatto. Le cronache e la storia delle epidemie mostrano che le comunità colpite nel durante della pestilenza elaborano una quota di morti e malati che giudicano accettabile in cambio della prosecuzione del lavoro, degli scambi, dei contatti, della vita socio economica. Non è che se lo dicano, non è che la quota verrà fissata in qualche Decreto, ma è così che fanno le comunità di umani.

Al netto, fatta la tara (purtroppo robusta) della pletora di cretini che si sentono “schiavi” se indossano la mascherina, al netto della stupidità che da sempre è una delle maggiori forze che muovono l’umano, al netto dei provocatori di mestiere o d’occasione, lo stiamo già facendo. Stiamo già decidendo come collettività quale quota accettare.

Tutto il nostro argomentare e sperare e calcolare i tanti asintomatici e i pochi (relativamente) in ospedale risponde a questa matematica sociale, quella della quota che ok, il prezzo è giusto. Al netto dello spasmo idiota (eppur diffuso) di chi nega ci sia virus e di chi se ne va in giro anche se dovrebbe stare in quarantena (ci sono, ci sono), nei fatti tutti, proprio tutti, si concedono piccola e personale eccezione alla prevenzione anti contagio.

Una cinquantina di milioni di eccezioni ogni giorno testimoniano, attestano della generale volontà di calcolo sulla quota di morti e malati accettabile. Lì più o meno quasi ci siamo, a meno che la morte o il ricovero non riguardi un parente. Morti e malati: non sono già ora per la comunità numeri tremendi. Tremendo è che la matematica di popolo, il calcolo di gente, la scelta di comunità tra l’aperitivo e la scuola sia stato a favore dell’aperitivo.

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