Coronavirus, a Londra ospedale lampo da 4mila posti letto. Ma ancora pochi tamponi Coronavirus, a Londra ospedale lampo da 4mila posti letto. Ma ancora pochi tamponi

Coronavirus, a Londra ospedale lampo da 4mila posti letto. Ma ancora pochi tamponi

LONDRA – Un ospedale lampo da 4.000 posti letto è stato aperto a Londra per affrontare il picco dell’epidemia dei contagi da coronavirus.

Il Nightingale Hospital, così battezzato in onore di Florence Nightingale, “la signora con la lanterna” che fu pioniera dell’assistenza infermieristica, è stato realizzato in due settimane su iniziativa del governo di Boris Johnson con la collaborazione delle forze armate, e consegnato oggi al servizio sanitario nazionale (Nhs) nel grande quartiere fieristico dell’ExCel Centre, nella zona dei docks del Tamigi.

La struttura temporanea occupa 87.328 metri quadri distribuiti su 80 padiglioni, ciascuno con 42 letti. Mentre altre 500 postazioni attrezzate per la somministrazione di ossigeno e con ventilatori sono stati riservati ai casi più gravi. 

Per completare i lavori al più presto, si sono alternati in turni di 15 ore operai, infermieri e 200 soldati del Royal Anglian Regiment e del reparto nepalese dei leggendari Royal Gurkha Rifles.

Per l’inaugurazione è stato inviato anche un videomessaggio del principe Carlo, erede al trono, contagiato in prima persona dal Covid-19 e uscito da pochi giorni dall’isolamento nella tenuta di Balmoral, in Scozia, alla presenza del ministro della Salute, Matt Hancock, e di varie autorità sanitarie.

“Un’opera spettacolare e quasi incredibile per la velocità di esecuzione”, ha detto Carlo. “Un esempio di ciò che deve essere fatto, fino a rendere possibile l’impossibile”, ha incalzato.

Il risultato di “uno sforzo immenso”, gli ha fatto eco Johnson via Twitter. Cinque ospedali temporanei sono ora in via di apertura in altre città del Regno, da Cardiff (2.000 letti nel Millenium Stadium), a Birmingham (pure 2.000 posti), a Manchester (1.000), a Glasgow (1.000) e a Belfast (230).

Un panorama impressionante, ma che potrebbe ancora non bastare laddove il tasso dei contagi sull’isola proseguisse al ritmo degli ultimi giorni.

Coronavirus, i ritardi sui tamponi nel Regno Unito

In queste ore la Gran Bretagna cerca di recuperare anche i ritardi sui test per coronavirus, dopo le accuse rivolte dal mondo ospedaliero e dai media al governo di Boris Johnson. 

Ieri il ministro della Sanità, Matt Hancock, ha ammesso gli “errori” compiuti e ha promesso di arrivare entro fine mese a 100.000 esami al giorno contro i 10.000 attuali.

Al momento, hanno spiegato i vertici del Public Health England, autorità sanitaria di controllo in Inghilterra, la priorità resta sui tamponi: ossia i test genetici incaricati di determinare il contagio in atto, che il governo intende portare a 25.000 al giorno per fine aprile, privilegiando – oltre ai malati – medici e infermieri delle strutture in prima linea e poi tutti gli operatori sanitari (550.000 nell’intero Regno, di cui poche migliaia finora testati).

Il problema da risolvere riguarda però i laboratori, visto che nel Paese ve ne sono disponibili al momento non più di una quarantina (inclusi quelli privati a scopo di lucro, sollecitati a collaborare), contro le oltre 100 strutture pubbliche della Germania.

In seconda battuta si punterà invece ad arrivare anche a 75.000 test al mese sugli anticorpi. Esami più semplici, basati su un banale prelievo di sangue, e destinati a un uso più di massa per verificare chi il Covid-19 lo abbia già contratto, e sia eventualmente immune per tornare senza preoccupazioni al lavoro o ai contatti sociali.

Ma si tratta al momento di esami non ancora messi definitivamente a punto dai centri di ricerca britannici (in prima fila in Europa) e in fase sperimentale in Cina, dove pure il governo Johnson ha iniziato già a ordinarli da vari produttori.

Fonte: Ansa

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