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Coronavirus nel mondo. A New York quarantena per chi arriva da Stati Usa a rischio

ROMA – Coronavirus, come procede l’epidemia nel mondo.

New York, New Jersey e Connecticut, Stati confinanti tra loro, hanno annunciato l’obbligo di una quarantena di 14 giorni per i viaggiatori che arrivano da Stati con alti tassi di infezioni da coronavirus.  

New York, riaprono le spiagge il 1 luglio

Il sindaco di New York Bill de Blasio, ha annunciato che dal primo luglio anche le spiagge della Grande Mela saranno riaperte dopo la chiusura dovuta alla pandemia.

Sino ad ora in città era vietato fare il bagno, mentre le spiagge nel resto dello stato erano state gia’ aperte dal weekend del Memorial Day, a fine maggio.

In realtà, come notano diversi media, i newyorkesi hanno frequentemente violato il divieto di immergersi in acqua, dall’Hudson River alla spiaggia di Rockaway Beach, nel Queens.

I funzionari della sanità pubblica, peraltro – riporta il Daily News – hanno ripetuto per settimane che le persone hanno meno probabilità di contrarre il coronavirus all’aperto rispetto ai luoghi chiusi. 

New York, cancellata la maratona

La maratona di New York, la più grande al mondo, è stata cancellata a causa del coronavirus. Quest’anno sarebbe stata la sua cinquantesima edizione.

La maratona attrae ogni anno circa 50.000 corridori, 10.000 volontari e un milione di fan lungo le strade della città.

Oms: “In America Latina non è stato raggiunto il picco”

(“Molti Paesi nelle Americhe e in America Latina in particolare non hanno raggiunto il picco né  un basso livello di trasmissione del coronavirus.

La situazione è ancora in evoluzione e nelle prossime settimane ci saranno nuovi casi e altre vittime”. 

A dirlo è il capo delle emergenze dell’Oms Mike Ryan, nel consueto briefing sul Covid-19 invitando i governi di quei Paesi “a fare un grande investimento sulle misure per identificare, testare e tracciare”.

Oms: “Arriveremo a 10 mln di casi prossima settimana”

“Più di 9,1 milioni di casi di Covid-19 sono stati segnalati oggi all’Oms e oltre 470 mila morti. Nel primo mese di questo focolaio, sono stati segnalati meno di 10.000 casi”.

“Nell’ultimo mese quasi 4 milioni di casi. Ci aspettiamo di superare i 10 milioni di casi di coronavirus entro la prossima settimana”.

A dirlo è il direttore generale dell’agenzia dell’Onu, Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha aggiunto: 

“Questo ci ricorda che mentre cerchiamo di trovare un vaccino abbiamo la responsabilità di fare tutto ciò che possiamo con gli strumenti che abbiamo a disposizione”.

Messico, tre neonati positivi. Negativi i genitori

La comunità medica del Messico sta seguendo con attenzione un inedito evento.

Nei giorni scorsi, a San Luis Potosí, capitale dell’omonimo Stato messicano, sono nati tre gemelli affetti da coronavirus.

I loro genitori sono invece risultati negativi al test del Covid-19.

Il ministro della Sanità locale, Mónica Liliana Rangel, ha dichiarato al quotidiano El Pulso che i tre neonati sono ancora ricoverati nell’Ospedale centrale della città.

I piccoli si trovano “in condizioni stabili” e senza bisogno di assistenza respiratoria.

Ad uno dei tre, ha precisato la responsabile, sono stati somministrati antibiotici perché presentava sintomi di polmonite.

“Le sue condizioni stanno migliorando con il passare delle ore”, ha spiegato la responsabile e “si sta alimentando oralmente, come i suoi due fratellini”.

La sorpresa dei sanitari è dovuta al fatto che dopo aver eseguito, quattro ore dopo la nascita, il test che ha evidenziato la presenza del coronavirus.

Padre e madre sono stati sottoposti a loro volta ad una prova, che ha dato esito negativo.

Rangel ha aggiunto:

“Visto che il periodo di incubazione del virus prima di svilupparsi nell’apparato respiratorio è fra due e sette giorni, dobbiamo presupporre che il contagio dei piccoli sia avvenuto durante la gestazione per una infezione passata“.

Il caso è stato segnalato al Comitato di esperti consulenti dello Stato.

Ancora il ministro:

“Ci troviamo di fronte ad una situazione che va approfondita, trattandosi di un fatto che non riguarda solo San Luis de Potosí ma l’intera comunità scientifica”.

Iran, casi non calano. Crolla la moneta 

Le vittime di Covid-19 ai massimi da 80 giorni e la valuta nazionale ai minimi storici.

Tra emergenza sanitaria e crisi economica, la situazione in Iran appare sempre più drammatica.

Nelle ultime 24 ore, la Repubblica islamica ha registrato altri 2.531 casi di coronavirus.

Superati i 210 mila contagi totali, mentre i 133 decessi confermati rappresentano il dato peggiore dal 6 aprile, con un bilancio complessivo che ormai sfiora i diecimila morti.

Cifre che non accennano a calare e sulla cui attendibilità continuano anche a pesare forti dubbi.

Le autorità tornano intanto a minacciare una stretta.

Il viceministro della Salute, Alireza Raisi, ha chiesto che “indossare le mascherine diventi obbligatorio”.

In alcune province “rosse”, cioè ad alto rischio, sono già state ripristinate molte restrizioni.

Le riaperture dopo il lockdown, rimasto peraltro sempre parziale, hanno rilanciato la pandemia, senza però fare altrettanto con un’economia già in ginocchio per le sanzioni americane.

La valuta locale ha toccato questa settimana nuovi minimi contro dollaro ed euro.

Il presidente Hassan Rohani ha incolpato la “guerra psicologica a livello internazionale”, assicurando che la sua amministrazione “controllerà il mercato dei cambi, l’inflazione e la liquidità esistente nel Paese” (fonte: Ansa). 

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