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Coronavirus, Oms: “Più rischi con proliferazione laboratori che studiano virus letali”. A Wuhan ce n’è uno

Coronavirus oms ansaROMA – L’Organizzazione mondiale della Sanità, a partire dal 2018 metteva in guardia sui rischi della proliferazione di laboratori Bsl-4 (il livello di biosicurezza più alto) in diverse nazioni, senza una vera supervisione internazionale.

A raccontarlo è il Wall Street Journal in un articolo a firma di James T. Areddy in un articolo poi ripreso dal TgCom. Il rischio sicurezza nei laboratori che studiano i virus letali, spiegano gli esperti citati dal Wall Street Journal, è molto alto. Ciò è dovuto al fatto che a salire è anche il rischio di incidenti o atti terroristici.  Di questi laboratori, a partire dal 2017, ce n’è uno anche a Wuhan, la città della Cina da dove si sarebbe diffuso il coronavirus. 

L’Oms, dopo aver messo a confronto esperti di biosicurezza di decine di paesi ha discusso dei rischi di un numero crescente di laboratori Bsl-4 con cui si è evidenziato “un certo livello di sfiducia tra le strutture consolidate e quelle più recenti”.La comunità internazionale aveva poi evidenziato che un qualsiasi incidente in una delle strutture “avrebbe avuto ripercussioni su tutte le altre”.  Nello stesso report, l’Oms contava 54 laboratori di questo tipo in 24 diverse nazioni.

L’ipotesi del virus sfuggito dal laboratorio di Wuhan  è stata subito smentita dal governo cinese.

Il primo ad averla ipotizzarla era stato lo scienziato cinese Botao Xiao. La sua ipotesi, rilanciata negli Stati Uniti da personalità come il senatore dell’Arkansas Tom Cotton, era stata successivamente smentita dallo stesso Xiao per via del fatto che non era “supportato da prove dirette”.

La teoria dell’incidente nel laboratorio Bsl-4 dello Hubei era nata dopo che Pechino aveva inviato a Wuhan il generale Chen Wei, uno specialista in armi batteriologiche. 

Fonte: Wall Street Journal, TgCom

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