Coronavirus, quanti mesi ancora bloccati in casa? Aprile, luglio, settembre o un anno? Coronavirus, quanti mesi ancora bloccati in casa? Aprile, luglio, settembre o un anno?

Coronavirus, quanti mesi ancora bloccati in casa? Aprile, luglio, settembre o un anno?

ROMA – Coronavirus per quanti mesi ancora ci terrà bloccati in casa? Sarà aprile il mese del liberi tutti, come si spera in Italia, o luglio, come qualcuno teme, anche se Conte nega

O settembre, come anticipa Giuseppe Turani.

O dicembre, o anche un anno da oggi, come adombrano in America o in Inghilterra. Dove però sono corsi ai ripari, dopo averci sbeffeggiato un bel po’, con un mese e più di ritardo.

Intanto in Cina si prevede una ripresa del virus in agosto? Sembra un film dell’orrore. O un sogno da incubo. Almeno fino a quando il mondo intero non sarà dotato di vaccini a sufficienza. E fino a quando in tutto il mondo saranno state applicate misure di prevenzione e cura valide, credibili e rigorose.

E magari fino a quando il virus non si presenterà in una nuova mutazione.

I giornali americani e inglesi gettano secchiate di acqua fredda sulle speranze dei loro lettori.

Dalla Cina, per il mondo è arrivato un raggio di speranza: i tassi di infezione non sembrano essere aumentati nonostante il via libera alle persone sul fronte dei viaggi.

Ma gli esperti britannici prevedono che nel Regno Unito l’epidemia raggiungerà il picco nel giro di tre settimane.

Uno studio dell’Oxford University, riportato dal Mirror, indica che molti altri inglesi potrebbero essere stati infettati ma non aver ancora sviluppato sintomi. L’ottimistica teoria dei modelli ipotizza che il virus circolasse nel Regno Unito già a metà gennaio, circa due settimane prima della scoperta del primo caso.

Se fosse vero, significherebbe che più della metà della popolazione probabilmente ha avuto Covid-19 e ora è immune. La Cina è in vantaggio su tutti gli altri paesi e la diffusione della malattia è rallentata in modo significativo. Gli assembramenti sono ancora vietati.

Secondo un recente studio, dopo aver abolito le restrizioni nell’Hubei, in Cina potrebbe esserci una seconda ondata di contagi.
Kiesha Prem, della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha dichiarato: “Le misure messe in atto dalla città di Wuhan hanno contribuito a controllare l’epidemia. Tuttavia, ora la città deve stare attenta a non abolire prematuramente le misure restrittive, poiché ciò potrebbe portare a un secondo picco”.

Il Regno Unito sta attualmente testando solo un quinto dei 25.000 controlli giornalieri promessi da Boris Johnson ed è  in ritardo rispetto ad altri paesi come Corea del Sud, Germania, Italia e Norvegia. Sharon Peacock, della Public Health England, ha ammesso che il totale dei 25.000 test giornalieri non verrà raggiunto fino alla “fine di aprile”.

Il prof. Ferguson, che si sta riprendendo da Covid-19, ha dichiarato che l’eventuale revoca delle restrizioni richiederebbe test diffusi e prevede una riduzione del 10-20% dei contagi nei mesi estivi.

L’unica “exit strategy” a lungo termine dall’attuale lockdown è lo sviluppo di un vaccino, che potrebbe richiedere tra 12 e 18 mesi.

Andrew Pollard, dell’Oxford University ai parlamentari inglesi ha riferito: “Credo che siano possibili anche sei mesi, ma affinché l’operazione vada a in porto c’è bisogno di parecchio lavoro”.

Il governo britannico ha acquistato 3,5 milioni di test sugli anticorpi che potrebbero segnalare se una persona ha mai contratto il Covid-19, e saranno tenuti in un centro a Milton Keynes, Bucks.

Al riguardo, Peacock ha riferito ai parlamentari che i test danno un immediato risultato e prima di essere distribuiti tramite Amazon e Boots sarebbero stati testati in un laboratorio.

Si tratta di un semplice test “finger prick” in cui una goccia di sangue dà un risultato immediato, simile all’urina nei test di gravidanza da fare in casa.

In America, sospira la Cnn, vacanze di primavera, salvo alcuni determinati break in Florida e turisti diretti alle Hawaii, sono state in gran parte cancellate. E le vacanze estive?

Con l’enorme incertezza sulla pandemia e sulla capacità del mondo di frenare la diffusione del virus, a questa domanda non c’è una risposta certa.

Con la chiusura dei confini internazionali, le compagnie aeree e gli operatori sanitari esortano le persone a rimanere a casa per rallentare la diffusione di Covid-19, spostarsi oltre il  il negozio di alimentari locale potrebbe avere gravi ripercussioni.

Disneyland ha chiuso i parchi per tutto marzo, fino a quel periodo ha cancellato e rimborsato automaticamente le prenotazioni. Per quanto riguarda aprile e oltre, i siti web Disney affermano solo di essere “in contatto regolare con funzionari ed esperti sanitari”.

Il Dipartimento di Stato americano consiglia semplicemente: “non viaggiare” e per ulteriori informazioni rimanda le persone ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

Il CDC ha una mappa che mostra il livello di rischio in tutto il mondo ma non ha una linea temporale chiara che dica quando il viaggio può essere fatto in sicurezza.

“In qualsiasi momento i paesi possono trovarsi in diverse fasi della pandemia e diverse parti dello stesso paese possono trovarsi in diverse fasi di una pandemia”, scrive il CDC.

Il confine tra Canada e Stati Uniti è chiuso a tutto tranne al traffico essenziale, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato che le restrizioni su viaggi e altre misure per rallentare la pandemia potrebbero andare avanti per “settimane o mesi”.

Trudeau ha fatto l’annuncio a Ottawa fuori dalla sua abitazione, dove con la famiglia è in autoisolamento dopo che la moglie, Sophie Grégoire Trudeau, tornata da un viaggio nel Regno Unito è risultata positiva al Covid-19.

Alcuni esperti sanitari ipotizzano che le restrizioni sui viaggi non saranno solo di alcuni mesi ma dureranno a lungo. “Per un anno o più, la situazione sarà molto difficile” ha detto alla CNN Travel l’epidemiologo Maciej Boni della Pennsylvania State University.

“Potrebbe essere necessario cancellare le vacanze. Le interazioni sociali avranno modalità diverse e dover gestire il rischio è qualcosa a cui dovremo pensare ogni mattina al risveglio”.

“La decisione se potremo spostarci in sicurezza fuori casa, non importa il paese, arriverà quando saremo riusciti a “sradicare il contagio” di COVID-19, dice Kumi Smith, un assistente professore di epidemiologia all’University of Minnesota. “Ma attualmente nessuno può dire quando sarà”.

“Si stanno costruendo modelli matematici predittivi, e il punto è quello di cercare di dare a legislatori, autorità e funzionari della sanità pubblica una comprensione di ciò che sta succedendo. Ma man mano che arrivano nuovi casi, i nuovi dati vengono inseriti nei modelli”.

I modelli cambiano in base al modo in cui la popolazione risponde alle restrizioni: meno usciamo e più seguiamo i consigli di lavarci spesso le mani, tossire e starnutire nei gomiti e praticare l’allontanamento sociale, migliori saranno i modelli.

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