Coronavirus: Shi Zhengli, la scienziata che è stata messa a tacere dalla Cina

ROMA – Pochi giorni dopo la segnalazione dei primi casi di Coronavirus, la scienziata cinese Shi Zhengli, chiamata anche Bat Woman per il suo studio sui pipistrelli, era riuscita nella missione quasi impossibile di individuare e sbloccare il codice genetico di Covid-19.

Ma per sette giorni, mentre la pandemia si diffondeva come un incendio, la Cina ha nascosto le informazioni al resto del mondo.

A Shi Zhengli, è stata “messa la museruola”, impedito di rivelare le scoperte il che ha scatenato il timore di un insabbiamento da parte delle autorità cinesi.

Virologa da 16 anni, Zhengli è uno dei più rinomati esperti mondiali di coronavirus.

Nelle caverne dei pipistrelli ha scoperto dozzine di virus letali simili alla SARS e a dicembre, dopo aver studiato i campioni prelevati da alcune delle prime persone infettate in Cina da Covid-19, ha scoperto che è simile alla SARS.

È stato identificato come nuovo coronavirus e in tempo record di tre giorni ha completato il sequenziamento genico, scoprendo che era identico al 96% a un virus trovato nei pipistrelli a ferro di cavallo presenti nello Yunnan.

Le affermazioni, riportate dal Mirror, sono le ultime emerse dopo un insabbiamento da parte delle autorità cinesi: non hanno condiviso le informazioni riguardanti il virus che ha avuto origine a Wuhan e poi si è diffuso in tutto il mondo.

Virus che in tutto il mondo ha già infettato quasi 2 milioni di persone e causato 113.000 morti.

La giornalista cinese Gao Yu ha detto di aver parlato con Shi durante il lockdown a Wuhan, durato più di due mesi, e la virogola sembra abbia riferito che i risultati ottenuti siano stati nascosti, secondo quanto riportato dal Daily Mail.

La giornalista ha aggiunto:”In seguito abbiamo appreso che il suo istituto il 2 gennaio aveva già terminato il sequenziamento e i test correlati ma sono stati messi a tacere”.

Il sequenziamento genico ora viene utilizzato in tutto il mondo in una corsa contro il tempo per trovare una cura e un vaccino contro il micidiale virus.

Zhengli o Bat Woman, dopo aver trascorso la sua vita lavorativa esaminando i coronavirus nelle popolazioni di pipistrelli, è stata una delle prime a essere chiamata quando ancora pochi pazienti presentavano sintomi che sembravano un nuovo ceppo del virus.

Il 30 dicembre 2019 era a una conferenza fuori Wuhan, ma aveva preso un treno ed era tornata in laboratorio.

Per due mesi, Zhengli e il suo team hanno lavorato instancabilmente non solo per identificare il codice genetico, ma per capire quanto più fosse possibile su Covid-19.

E’ andata avanti mangiando esclusivamente confezioni di noodles e solo di recente la sua vita è tornata a qualcosa che somiglia alla normalità. Ma Zhengli aveva una paura: che il suo laboratorio fosse responsabile della diffusione del virus nel mondo.

Nei 16 anni in cui aveva studiato i pipistrelli, Zhengli aveva scoperto che le aree subtropicali della Cina rappresentavano il rischio maggiore che il coronavirus venisse trasmesso dagli animali all’uomo, e non al centro del paese in cui si trova Wuhan.

“Non mi sarei mai aspettata che a Wuhan, nella Cina centrale accadesse questo tipo di situazione. Ricordo di aver pensato “La causa potrebbe provenire dal nostro laboratorio?”, aveva spiegato la virologa.

Nei preoccupanti successivi giorni era emerso che non sembrava il virus fosse trapelato dal laboratorio, probabilmente prima di emergere a Wuhan, in uno dei controversi mercati di animali, c’erano stati precedenti, piccoli e diversi focolai.

Nei mercati, ora chiusi a seguito della pandemia, gli animali vengono venduti, macellati e scuoiati in presenza dei clienti.

Sembrerebbe inoltre che ci sia stato un unico momento in cui il virus è passato dagli animali all’uomo e si è poi diffuso attraverso il contatto tra uomo e uomo, fino a diffondersi nel mondo.

I mercati vendevano una vasta gamma di animali – pipistrelli, zibetti, pangolini, tassi e coccodrilli – ma Zhengli e il suo team ritengono che il virus provenga direttamente dai pipistrelli.

Quasi due mesi dopo la comparsa dei primi casi di coronavirus a Wuhan, la Cina ha definitivamente vietato il consumo e il commercio di animali selvatici.

Si stima che ciò comporterà la disoccupazione di circa 14 milioni di persone e costerà all’economia cinese circa 65 miliardi di dollari.

Avendo una tale esperienza con i pipistrelli, Zhengli sostiene che il mondo debba rimanere in allerta per un’altra pandemia di coronavirus causata da questi mammiferi.

Man mano che gli umani invadono sempre più le aree che in precedenza erano state il dominio del mondo naturale, Zhengli teme che aumenti il rischio di diffusione delle infezioni.

Ciò, unito al movimento della fauna selvatica e del bestiame in tutto il mondo, insieme ad un aumento dei viaggi a lungo raggio, crea le condizioni perfette per la potenziale diffusione di una pandemia.

Nel 2019, Zhengli e il suo team hanno pubblicato uno studio che metteva in allerta su una potenziale pandemia causata da pipistrelli.

Non sapevano che solo 12 mesi dopo le loro previsioni si sarebbero avverate.

Si ritiene che i pipistrelli siano responsabili di sei focolai di coronavirus, inclusa la pandemia di Covid-19, ma gli esperti insistono che i problemi si verificano solo quando le persone entrano in contatto con questi animali.

Zhengli definisce l’epidemia di Wuhan come una “segnale d’allarme” per il mondo così da trovare il modo per prevenire un’altra pandemia.

La virologa ora è impegnata a scoprire nuovi ceppi del virus ma lancia un raggelante avvertimento su ciò che potrebbe accadere.

“Ciò che abbiamo scoperto è solo la punta dell’iceberg. La missione deve continuare. I coronavirus trasmessi dai pipistrelli causeranno più focolai e dobbiamo trovarli prima che ci trovino loro”. (Fonte: Mirror).

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