ROMA – “Nella comunità cinese si sta diffondendo il panico. Non per l’epidemia di coronavirus, ma per la sicurezza. Ci sono state aggressioni verso cinesi in Italia, non turisti, ma comunità cinese. Vorrei invitare gli amici italiani a fare attenzione alla sicurezza dei nostri connazionali che vivono e lavorano in Italia, di evitare pregiudizi, distinzioni, aggressioni. Insulti e minacce non sono tollerabili. E’ l’appello che voglio lanciare”. Lo ha detto il dottor Zhang dell’ambasciata cinese che ha accompagnato i 20 turisti dimessi dallo Spallanzani.
A questo proposito è significativa la testimonianza di un’infermiera dello stesso ospedale rilasciata al Corriere della Sera. “Già da ieri sera sarebbero potuti uscire. Alcuni di loro volevano fare un giro a Roma, ma i taxi quando capivano che si trattava di loro rifiutavano la chiamata. Anche gli hotel stranamente erano tutti pieni. Sono stati costretti a rimanere qui”.
Le frizioni diplomatiche tra Roma e Pechino potrebbero avere effetti anche sul caso di Niccolò, il diciassettenne di Grado bloccato da giorni a Wuhan. Da Pechino minimizzano e parlano solo di problemi tecnici. Ma resta l’irritazione per lo stop ai voli deciso dall’Italia. E il clima di diffidenza quando non di aperta ostilità nei confronti dei cittadini cinesi non agevola il suo ritorno.
Il volo speciale che riporterà in Italia Niccolò dovrebbe partire domani dall’Italia alla volta della Cina e rientrare sabato, dicono alla Farnesina. L’operazione, come quelle precedenti, è coordinata dall’Unità di Crisi della Farnesina in stretto raccordo con i ministeri della Difesa e della Salute e con il contributo della Protezione Civile.((fonti Ansa e Corriere della Sera)