Costa d’Avorio, guerra civile e crisi umanitaria. Disperata

Pubblicato il 21 Marzo 2011 - 19:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nel silenzio occidentale la crisi in Costa d’Avorio si fa ogni giorno peggiore. Gli scontri si susseguono dal novembre 2010, quando il presidente uscente Laurent Gbagbo non ha voluto riconoscere il vincitore Alassane Ouattara, scatenando una vera e propria guerra civile.

Da allora la situazione del già povero paese africano peggiora senza sosta. Il reportage di Repubblica da Abidjab racconta di una città presidiata dai carri armati, “tra incendi, macerie e cadaveri abbandonati”.

Gli sfollati sono centinaia. La situazione è così grave che persino l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha annunciato di aver dovuto ritirare il personale internazionale in alcune città.

La guerriglia civile mette sotto pressione anche i mercati internazionali del cacao, di cui la Costa d’Avorio è il primo produttore al mondo, e di cui Ggabo sta tentando di prendere il controllo.

Terre des Hommes distribuisce beni di prima necessità messi a disposizione dall’Unicef, dando da mangiare a quasi 2500 persone. Biscotti ad alto contenuto energetico, pannolini per i bambini, pastiglie di cloro per rendere potabile l’acqua, sapone, bidoni e secchi per l’acqua, bidoni per la spazzatura, corde per stendere panni, stuoie per dormire, tessuti e volantini con le norme igieniche.

Oltre ai beni di prima necessità, ricorda Repubblica, Terre des Hommes fornisce dal 2006 sostegno psicosociale ai bambini delle bidonville di Abidjan, e insieme alle suore missionarie di Maria Teresa del Bambin Gesù di Koomassi, offre attività ludico-didattiche per contrastare l’abbandono scolastico e servizi sanitari di base.

Nel nord del Paese l’organizzazione sta portando avanti un programma di sostegno al sistema sanitario pubblico nella regione dello Zanzan, dove nel 2002 si sono svolti i più cruenti scontri della guerra civile. In particolare l’intervento è rivolto alle donne incinte e ai neonati, per contrastare le morti per parto e la mortalità infantile.

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