Covid-19, dalla miniera di rame al laboratorio di Wuhan Covid-19, dalla miniera di rame al laboratorio di Wuhan

Covid-19 già nel 2012 nella miniera di rame nel sud della Cina. Poi nel 2013 a Wuhan: nel laboratorio

Il parente conosciuto più prossimo al Covid-19 fu scoperto ormai 8 anni fa proprio nel laboratorio di Wuhan,

Cioè sette anni prima che ricomparisse nel mercato degli animali dall’altra parte del fiume, un virus killer, nome Covid-19.

Per caso, qualche mese prima, un grave incidente.

Sei operai in una miniera di rame abbandonata

Sei operai comandati alla ripulitura di una miniera di rame abbandonata a Tongguan, località remota nel sud-est della Cina, si ammalano subito di polmonite fulminante.

Tre di loro muoiono. Senza dispositivi di protezione individuale si erano avventurati lungo gli oscuri meandri di grotte infestate da topi e topi ragni.

Camminando su un una superficie compatta di guano formato dalle deiezioni di colonie di pipistrelli di ogni specie.

Su La Stampa Carlo Pizzati sulla scorta di una preziosa inchjiesta del Sunday Times riassume le evidenze raccolte sul campo e analizzate in laboratorio dai ricercatori di Wuhan.

Un gruppo guidato da Shi Zhengli, soprannominata “Batwoman”, la donna dei pipistrelli, che nella miniera ha scovato un vero brodo di coltura di virus in odore di salto di specie del tipo vicino a Sars.

Il primo Covid-19 nel pipistrello “ferro di cavallo”

Il titolo dello studio pubblicato nel 2016 è “La coesistenza di multipli coronavirus in diverse colonie di pipistrelli in una miniera abbandonata”.

Shi spiegò che delle 152 sequenze genetiche dei diversi coronavirus, trovati in sei specie di pipistrelli, due erano del genere che causò la Sars nel 2003.

Un nuovo coronavirus della Sars trovato nel Rhinolophus affinis, pipistrello noto anche come «il ferro di cavallo», fu classificato come RaBtCoV/4991.

Otto anni dopo si sarebbe compresa la sua devastante importanza planetaria. Si trattava quasi al 100 per cento del virus del Covid-19.

Sono importanti le date e le circostanze messe insieme nell’inchiesta del Sunday Times sulla vera origine del virus, la sua traiettoria, i suoi oscuri esordi.

Perché al momento la comunità scientifica bolla come infondate le congetture sulla nascita a tavolino di un virus e magari sfuggito al controllo dei ricercatori cinesi del laboratorio di Wuhan.

Non può essere creato in laboratorio, spiegano.

Ma, suggerisce l’articolo, può essere manipolato, anzi la manipolazione per capirne il grado di trasmissibilità agli esseri umani fa parte degli strumenti di ricerca più aggiornati.

E controversi, se è vero che nel 2014 gli Usa bandirono i cosiddetti “esperimenti di infettività virale”. E nel 2014 inviarono una commissione proprio a Wuhan per valutarne costi in termini di biosicurezza e benefici per la ricerca. 

Il rischio è quello di trasformare artificialmente i virus in patogeni umani capaci di causare una pandemia. (fonti Sunday Times, La Stampa)

 

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