Covid diffuso deliberatamente a Wuhan nell’ottobre 2019: le accuse del disertore Wei Jingsheng

Il primo focolaio di Covid-19 sarebbe stato intenzionale e avvenuto a Wuhan, durante i Giochi Militari Mondiali nell’ottobre 2019. Due mesi prima, dunque, che il governo di Pechino e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rivelassero al mondo l’esistenza del nuovo virus. A sostenere questa tesi clamorosa sarebbe un ex membro del partito comunista cinese, Wei Jingsheng

I Giochi Militari di Wuhan ad ottobre 2019 e il Covid

Secondo quanto riferisce il Daily Mail, il dissidente ha affermato che i Giochi Militari Mondiali dell’ottobre 2019 avrebbero potuto fungere da primo evento superdiffusore del virus. Il torneo internazionale per atleti militari si è tenuto a Wuhan – all’origine della pandemia di Covid-19 – due mesi prima che la Cina notificasse all’Organizzazione mondiale della sanità i primi casi di contagio.

Jingsheng ha affermato che non è stata una coincidenza il fatto che alcuni dei 9.000 atleti internazionali partecipanti all’evento abbiano contratto una malattia misteriosa. “Pensavo che il governo cinese avrebbe colto l’occasione per diffondere il virus durante i Giochi militari, poiché avrebbero partecipato molti stranieri”, ha spiegato nel nuovo documentario di Sky News “What Really Happened in Wuhan” . Jingsheng, a suo dire, sapeva della possibilità che “il governo cinese utilizzasse strane armi, comprese quelle batteriologiche, sapevo che stavano facendo esperimenti di quel tipo”.

Covid diffuso deliberatamente a Wuhan due mesi prima del primo caso segnalato all’Oms?

Le sue affermazioni sono state supportate dal Miles Yu, ex consigliere per la Cina presso il Dipartimento di Stato americano. Yu ha affermato che gli atleti francesi, tedeschi e americani sono stati tra quelli che si sono ammalati durante il torneo. Avevano sintomi simili a quelli del Covid, ma non sono mai sottoposti al test. Jingsheng, ormai da anni in esilio negli Stati Uniti, ha affermato di essere a conoscenza di ciò che stava accadendo attraverso gli addetti ai lavori del Partito comunista di Pechino che condividevano le loro paure sulla situazione e descrivevano l’insabbiamento del governo centrale. Afferma che nonostante fosse imminente la tragedia sanitaria destinata a devastare gli Stati Uniti e il resto del mondo, il suo messaggio non è stato preso in considerazione. 

Il dissidente cinese non ha voluto rivelare con quali leader politici abbia parlato, ma ha insistito sul fatto che uno fossero figure di alto livello del governo e che parlavano con l’allora presidente Donald Trump. “Non sono sicuro che questo politico gradisca che parli di lui proprio in questo contesto”, ha detto nel corso del documentario. Ma è un politico abbastanza in alto, abbastanza in alto da poter entrare in contatto con il presidente degli Stati Uniti”.

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