Crocifisso, è un diritto esibirlo?

LONDRA – Esibire il crocifisso è un diritto? A deciderlo sarà la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha appena avviato un processo sulla croce cristiana e il diritto ad indossarla, non come decorazione commerciale, ma come vera e propria dichiarazione di fede. Il caso nasce da un episodio avvenuto a Londra: sei anni fa una hostess della British Airways, Nadia Eweida, fu sospesa dal servizio per aver indossato un crocifisso sull’aereo. La compagnia aerea le aveva più volte proibito di indossare il simbolo religioso in quanto potenzialmente offensivo della sensibilità dei passeggeri di altre religioni. Ma la donna, sentendosi discriminata, aveva continuato a portarlo.

L’allora primo ministro britannico Tony Blair intervenne a favore della donna e la British Airlines modificò il proprio regolamento. Ma la hostess convinta di aver subito un torto, fece causa alla compagnia aerea, rivolgendosi alla Corte dei diritti umani di Strasburgo, per stabilire una volta per tutte il suo diritto.

Ma l’attuale governo, a guida dei conservatori, si prepara a schierarsi con la British Airways, perché i cristiani non hanno il dovere e neppure il diritto di esibire la croce come manifestazione della propria fede, a differenza di altre religioni che comportano obblighi specifici (come il capo coperto dal velo). Sulla stessa lunghezza d’onda l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, secondo il quale: “La croce è diventata poco più di una decorazione religiosa. Un totem a cui le persone religiose manifestano attaccamento in sostituzione della fede”.

Non è dello stesso avviso però il sindaco di Londra, Boris Johnson, che in un articolo pubblicato sul Daily Telegraph, definisce un’idiozia la tesi secondo cui la croce non sia un simbolo e quindi i cristiani non possano portarla.

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