Tre italiani condannati a Cuba. 80 mila travelling sex offenders l’anno

Pubblicato il 8 Novembre 2011 - 14:03 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Travelling sex offenders o vittime della giustizia? Tre cittadini italiani sono detenuti nelle carceri cubane già da 14 mesi: gravissime le accuse, pedofilia e omicidio ai danni di una ragazzina di 12 anni, trovata morta il 14 maggio 2010 a Bayamo, 900 km da L’Avana. Simone Pini, fiorentino, Angelo Malavasi, modenese e Luigi Sartorio di Vicenza, si professano innocenti. Sostengono che la polizia cubana non ha tenuto in alcun conto le diverse prove della loro innocenza. Due dei tre giurano che non si trovavano nemmeno a Cuba nei giorni in cui la piccola Lilian Ramirez Espinosa veniva uccisa.

Malavasi aveva addotto il timbro di Panama sul suo passaporto come prova sostanziale che all’epoca dei fatti fosse altrove. Pini le testimonianze di numerosi amici e tabulati telefonici secondo cui si trovava ancora a Firenze quel 14 maggio. La sentenza di condanna, 25 anni per i due e 20 per Sartorio è già stata pronunciata. Dall’Italia ci si è mossi solo ora: il senatore Pietro Marazzan presenterà un’interrogazione al Ministero degli Esteri, primo atto formale perché l’ambasciata italiana a Cuba possa intraprendere i passi necessari a una revisione del processo.

La vicenda giudiziaria è delicata, il fatto che istituzionalmente ci si sia mossi con tanto ritardo solleva dei dubbi, come sostiene l’inviato del Fatto Quotidiano Alessandro Oppes. Di sicuro c’è l’impegno quotidiano delle autorità cubane per sconfiggere la piaga nazionale dello sfruttamento sessuale ai danni di minori perpetrato quasi esclusivamente da adulti con passaporto straniero. L’Italia detiene un triste primato: ogni anno 80 mila adulti maschi partono verso mete esotiche alla ricerca di rapporti sessuali con minorenni. Li chiamano appunto travelling sex offenders: Cuba, Kenya, Brasile, Thailandia, Santo Domingo le mete preferite.

Sono pedofili che cercano in questi paesi maggiori garanzie di impunità oltre a sesso a buon mercato. Con la complicità di persone del luogo non è difficile sfruttare miseria e ignoranza per fare i propri comodi a prezzi di saldo. Spesso possono contare anche sulla complicità delle forze dell’ordine facilmente corruttibili. Nel caso in questione, invece, la vicenda è arrivata a essere giudicata dal Tribunale di Granma, a nordest di Cuba. Che non ha fatto sconti. Ricordiamo,  per completezza di informazione, che la piccola Lilian fu portata da persone di nazionalità cubana (6 sono stati tutti arrestati e avevano precedenti per casi di sfruttamento della prostituzione) in un alberghetto. Fu costretta a fare sesso con un gruppo di 9 adulti. Soffriva di gravi problemi di asma ma quando si sentì male fu infilata nel bagagliaio di un’auto e abbandonata in aperta campagna, forse ancora viva. Gli animali randagi completarono l’oltraggio sul corpo della dodicenne.