SENEGAL, DAKAR – Dakar, la corsa della morte. Si allunga la scia di sangue nel rally cui partecipano auto moto e mezzi pesanti: l’ennesima tragedia nella quinta tappa, dove ha perso la vita il motociclista belga Eric Palante di 50 anni, il cui corpo è stato ritrovato nella strada che da Chilecito conduce a san Miguel de Tucuman, in Argentina. Non sono state ancora chiarite le circostanze della sua morte. E un’inchiesta ora farà luce sul decesso.
La tappa odierna, la quinta dell’edizione 2014, ha avuto un prologo anch’esso luttuoso, con il ritrovamento dei corpi senza vita di due giornalisti della rivista ‘Super Rally’, Daniel Eduardo D’Ambrosio di 51 anni e Augustin Ignacio Mina di 20. Il mezzo sul quale viaggiavano si è ribaltato e poi è finito in un dirupo, per i due non c’è stato niente da fare, mentre si sono invece salvati i due fotografi che erano con loro. Palante è la ventitreesima vittima fra i piloti (oltre una sessantina in totale), nelle 36 edizioni della Dakar, il rally più famoso del mondo che in tempi lontani si chiamava Parigi-Dakar perchè partiva appunto dalla capitale francese attraversava diversi paesi africani e il deserto del Sahara, e poi si concludeva in Senegal.
Dal 1995 la corsa non è più partita da Parigi, ma aveva l’ arrivo sempre a Dakar. Dal 2009 invece, per motivi di sicurezza, legati ai pericoli ambientali lungo buona parte del territorio africano, la corsa si è trasferita nel continente sudamericano, pur mantenendo lo storico nome di Dakar, un evento che unisce passione per i motori, senso dell’avventura e del rischio, oltre a ingenti interessi economici, ma ha un elevato prezzo in termini di vite umane. Non c’è praticamente edizione che non si porti dietro le sue vittime.
L’anno scorso morirono due motociclisti, il francese Thomas Bourgin, 25enne e lo spagnolo Jorge Martinez Boero, 38enne, caduto nella prima tappa. L’incidente piu’ grave avvenne nel 1986, quando cadde un elicottero e morirono i 5 passeggeri, tra cui l’inventore della corsa, Thierry Sabine. Nella lunga scia di sangue e’ finito anche il pilota italiano Fabrizio Meoni, morto nel 2005. Nel 2008 la gara fu annullata, per la prima volta nella storia della corsa, a causa dell’omicidio in Mauritania di 4 turisti francesi (l’edizione 2014 è la trentacinquesima, tretaseiesima se si considera quella del 2008).
Nel 1991 in Mali il pilota di un camion fu colpito alla testa da un proiettile vagante. Il 2010 fu funestato al via dalla morte di una spettatrice, Natalia Sonia Gallardo, investita: nello stesso anno l’incidente gravissimo al sardo Luca Manca. Nel 2011 altro sangue: stavolta a perdere la vita fu Marcelo Reales, 43 anni, un contadino investito da uno dei concorrenti, Eduardo Amor. L’anno prima un altro motociclista, il francese Pascal Terry, fu addirittura ritrovato solamente tre giorni dopo la morte.