Delfini, nel mar Nero reparto di tursiopi-soldati: a caccia di mine nella baia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Dicembre 2014 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA
Delfini, nel mar Nero reparto di tursiopi-soldati: a caccia di mine nella baia

Delfini, nel mar Nero reparto di tursiopi-soldati: a caccia di mine nella baia

ROMA – I delfini nel mar Nero vengono arruolati come soldati. Sono 12 i tursiopi che la Marina russa sta addestrando nel porto militare di Sebastopoli. Il loro compito è quello di perlustrare la baia, che ha un grande valore strategico dopo la “riconquista” della Crimea.

Nicola Lombardozzi su Repubblica scrive:

“Lo scopo era lo stesso a cui furono destinati negli anni della Guerra Fredda “Ercole”, “Anteo”, “Tiranno” e altri delfini sovietici: proteggere il porto da intrusioni nemiche, individuare siluri, mine, materiale bellico, perduti in manovra dalle unità della Flotta del Mar Nero che intasano le banchine di Sebastopoli. Ma l’addestramento, appena cominciato, ha ambizioni più grandi.

Le caratteristiche dei cetacei e il loro sistema di radar naturale che consente loro di individuare una prugna a più di 15 metri di distanza, può consentire di utilizzarli per attacchi kamikaze, dotandoli di una carica esplosiva fissata sulla testa, o comunque di aggredire eventuali sommozzatori decisi a sabotare le navi russe”.

Viktor Kravshenko, ammiraglio ai tempi dell’Urss, ha ammesso l’addestramento di delfini, ma anche di otarie e altri animali marini:

“«Abbiamo centri di questo genere nel Baltico e nel Pacifico. In Crimea è tutto solo all’inizio»”.

E questo non è il primo addestramento di cetacei tentato dalla Russia:

“I delfini “kamikaze” e i delfini “sabotatori” hanno presidiato per anni le acque della Crimea. Con episodi ed esperimenti sempre più arditi come quello di uno speciale plotone di delfini paracadutisti trasportati direttamente sul luogo di operazioni a bordo di un elicottero. Tutto in gran segreto, tradito solo dall’orgoglio dei sommozzatori russi nei confronti con gli eterni rivali. «Nel ‘75 – racconta un reduce di quei tempi – Anteo segnalò un siluro inesploso grazie a un tuffo di 102 metri. L’americano Taffy, impiegato nel recupero dello shuttle esploso in volo nel’86, ne fece appena 90»”.

L’addestramento finì presto, ma ora, scrive Lombardossi, per i delfini è arrivato il richiamo alle armi:

“Tutto clamorosamente naufragato durante un addestramento nell’estate del 2012. Accadde, pare, che una ventina di delfini soldato implotonati nei fondali di Sebastopoli furono attratti da una delfina selvatica di passaggio. Decisero in blocco di seguire l’amore e piantarono in asso per sempre e senza neanche un saluto gli addestratori che imprecavano dall’alto dei loro gommoni mimetici. Una leggenda, forse troppo romantica per essere del tutto vera. Ma i russi, che adesso hanno ripreso il comando dei cetacei del Mar Nero, stanno ben attenti a selezionare reclute capaci di controllare meglio gli impulsi sessuali”.