ROMA – Quelli della Guinea “gli hanno aperto le porte”. Lo “hanno preso in seria considerazione”. Lo dice Alberto Dell’Utri, fratello di Marcello latitante, in una conversazione intercettata mesi fa dalla magistratura in cui fa riferimento anche a un possibile passaggio del fratello a Beirut.
“Che qua bisogna accelerare i tempi che Marcello se poi non ce la fa…”. E’ una delle frasi pronunciate da Alberto dell’Utri captata in un ristorante di Roma dalla procura della Capitale e trasmessa alla Procura generale di Palermo a febbraio. La conversazione, riportata nell’ordinanza di arresto disposto dalla corte d’appello di Palermo proverebbe, secondo i giudici, l’intenzione dell’ex politico di lasciare l’Italia alla vigilia della sentenza della Cassazione che potrebbe, martedì prossimo, confermare la sua condanna per mafia.
“E lui è andato lì (a Bruxelles, secondo gli inquirenti n.d.r.) – continua Alberto Dell’Utri – insieme a questi della Guinea Bissau che lo hanno preso in seria considerazione e gli hanno dato il passaporto diplomatico…gli hanno aperto le porte”.
L’intercettazione è dell’8 novembre 2013 ed è stata registrata all’interno del ristorante romano “Assunta madre”. A parlare sono Alberto Dell’Utri e Vincenzo Mancuso. Alberto Dell’Utri poi fa capire al suo interlocutore che la destinazione prescelta dal senatore sarebbe stata il Libano “riferendo – scrive la corte – le indicazioni che aveva fornito al fratello Marcello un certo Gennaro (individuato poi nel pregiudicato Gennaro Mokbel, sottoposto all’obbligo di dimora a Roma con il quale Dell’Utri avrebbe ammesso di avere rapporti ma solo per la comune passione per l’arte) che gli aveva indicato il soggetto di cui potersi fidare”. “Ha bisogno di avere una casa, un appoggio”, ha ribadito Alberto dell’Utri. “Devi avere gente sul posto che ti dà una mano – ha proseguito – che ti aiuta, che… che fai vai lì e non conosci nessuno…invece questi sono bene sistemati”.