Detenuta transgender aggredita da tre uomini in cella: e i vice sceriffo stavano a guardare

In California, nella cella di una prigione, una donna transgender “è stata aggredita da tre uomini in modo violento, ha subito la frattura della mascella mentre i vice sceriffo stavano a guardare”.

Kristina Frost, la detenuta transgender aggredita in cella

A riferire la vicenda è il Daily Mail. Nel novembre 2020, Kristina Frost era stata arrestata a San Diego e messa contro la sua volontà,  in cella con tre uomini. Era stata picchiata violentemente al punto da subire la frattura della mascella. 

Nei documenti legali, Kristina Frost afferma che inizialmente nella cella era sola. In seguito “è stata poi trasferita, senza alcuna ragionevole giustificazione, e contro la sua volontà, in una cella con tre uomini, che era minimamente controllata”.

Frost aveva protestato con le guardie carcerarie dicendo che dalla patente di guida e gli altri documenti risultava che era una donna. 

La detenuta trans indossava abiti femminili al momento dell’arresto

Al momento dell’arresto, Frost indossava abiti “femminili“, tra cui pantaloncini sgambati e il reggiseno. Secondo i documenti legali, “purtroppo – e prevedibilmente – uno degli uomini presenti nella cella ha attaccato brutalmente Frost. Ha preso a pugni il volto della donna, provocando gravi ferite nonché la frattura della mascella che fino a oggi per essere sistemata, ha richiesto due interventi chirurgici”.

Frost sostiene che il vice dello sceriffo della contea di San Diego ha mostrato “deliberata indifferenza” e ha permesso che il pestaggio avvenisse senza intervenire. Prima di essere ricoverata in ospedale avrebbe aspettato 12 ore. 

A febbraio, il dipartimento dello sceriffo della contea di San Diego aveva pubblicato un bollettino in cui veniva chiesto di portare gli arrestati in strutture che corrispondono alla loro identità di genere.

Nel 2020, NBC News ha condotto un’indagine e ha scoperto che i detenuti transgender raramente sono trasferiti in celle che corrispondono alla loro identità di genere.

Il mese scorso, la contea di San Diego ha accettato di pagare circa 3 milioni di dollari alla famiglia del 43enne Heron Moriarty, malato di mente, che si è suicidato nella cella della prigione.

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