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Di Paola: “Intervento militare in Siria? E’ problematico”

di Daniela Lauria |19 Giugno 2012 15:04

PAVIA, 19 GIU – "Un intervento militare in Siria? Oggi è problematico ipotizzarlo". Lo ha sostenuto oggi a Pavia il ministro della difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, intervenendo nell'Aula Magna dell'Università. "Oltre alla posizione degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, dobbiamo anche tenere conto di altre realtà legate alla Siria – ha aggiunto Di Paola -. Mi riferisco in particolare alla Russia, alla Turchia e ad Israele. Qualcuno mi chiede: perchè siete intervenuti in Afghanistan e non in Siria? La risposta è che non esiste un'unica soluzione per situazioni diverse. E' un po' quello che succede nella sanità: a volte è sufficiente una terapia farmacologica, in altri casi si richiede un'amputazione". I

l ministro ha auspicato che ''l'Unione Europea si assuma al più presto le sue responsabilità nel tema della sicurezza globale: gli Stati Uniti ce lo richiedono e noi, come europei, non possiamo tirarci indietro''. Parlando delle spese militari in Italia, Di Paola ha ricordato che è attualmente in discussione in Parlamento il disegno di legge.

''Siamo tutti d'accordo sulla necessità di creare uno strumento economicamente sostenibile, che può portare alla riduzione delle spese – ha detto – . Questo però deve avvenire nell'ambito di una cooperazione internazionale con altri Paesi dell'Unione Europea e della Nato che non ci faccia affrontare da soli i problemi''.

"Non accetto visioni manichee sull'impegno militare dell'Italia, così come su quello dell'Unione Europea o della Nato". Ha risposto l'ammiraglio a una domanda di uno studente di Scienze Politiche dopo aver tenuto nell'Aula Magna dell'Università una "lectio magistralis" sul tema: "La Nato e l'Unione Europea attori globali della sicurezza".

Prima del suo intervento, il ministro è anche stato contestato da alcuni giovani che hanno esposto uno striscione e distribuito volantini con la scritta "Fuori l'Italia dalla Nato, fuori la Nato dall'Università".

Lo studente di Scienze Politiche, dell'Ateneo pavese, ha ricordato al ministro che "con quanto spende per acquistare un cacciabombardiere F35, il governo potrebbe pagare le borse di studio di tutti gli universitari italiani". "E' un'interpretazione semplicistica che non condivido – ha replicato Di Paola -. Allora si potrebbe pensare di eliminare anche altre spese. Nessuno di noi vuole la guerra: ma se non ci attrezziamo anche militarmente, è impossibile oggi pensare di garantire la sicurezza. Purtroppo la violenza fa parte della complessa realtà in cui oggi viviamo. Lo dico anche a quei ragazzi che contestano e che, spesso, considerano la violenza come elemento salvifico del mondo".

Il ministro ha invitato i giovani a studiare con passione ed a prepararsi per il loro futuro: "Se c'è un settore in cui oggi in Italia non si deve tagliare, ma anzi vanno programmati degli investimenti, è quello della formazione".

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