Donne-mulo tra Marocco e Spagna per non pagare la dogana

Donne-mulo tra Spagna e Marocco
(Foto Credits BBC)

MELILLA – Le chiamano donne-mulo: a migliaia, ogni giorno, trasportano carichi pesantissimi oltre il confine a Melilla e Ceuta, tra l’enclave spagnola e il Marocco. Qui tutto quello che è trasportato a mano è considerato bagaglio personale e pertanto esente da dazi. In attesa per file chilometriche, sotto il sole rovente e con la schiena piegata, ogni giorno portano al di là della frontiera la merce che poi sarà venduta nei suk del Nord Africa. Lo fanno per pochi spiccioli a viaggio: circa 3 euro, a volte 1o quando il carico (fino a 70 kg) rischia di essere fatale. Ma varia a seconda della cresta che riescono a intascarsi dalle “mazzette” che passano alle guardie marocchine.

Viste dall’alto, in una foto apparsa sull’edizione internazionale del New York Times, sembrano tanti giganteschi fardelli semoventi, le donne da soma nascoste sotto i pesi ingombranti quasi non si distinguono.

Sono per la maggior parte donne marocchine rimaste sole, divorziate, ripudiate o con figli piccoli a carico, che devono pur guadagnarsi da vivere. Nascosti sotto strati e strati di cellophane, per non rischiare di essere scoperte, trasportano beni di ogni sorta: t-shirts, scarpe, pannolini, shampoo, persino frigoriferi, lavatrici e moto rubate, smontate a pezzi. A volte alcool, proibito in Marocco, o prodotti elettronici (hi-fi, portatili …).

E non c’è tempo per fermarsi a riposare: più viaggi riescono a fare, più guadagnano. Le più resistenti riescono ad effettuarne quattro in una mattina, ma la maggior parte non supera i 20 euro a settimana. Il ritmo dei viaggi non dipende solo dalla loro andatura e durata. Varia a seconda del buon cuore dei doganieri marocchini, che fanno da filtro alle uscite dalla porta pedonale di El Biutz, un posto di frontiera di dubbia legalità. Qui l’Europa dei ricchi incontra l’Africa dei poveri sulla schiena rotta di migliaia di donne contrabbandiere.

 

 

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