Dylan McWilliams: aggredito da orso, morso da serpente, azzannato da squalo… è vivo e vegeto

Dylan McWilliams: aggredito da orso, morso da serpente, azzannato da squalo... è vivo e vegeto
Dylan McWilliams: aggredito da orso, morso da serpente, azzannato da squalo… è vivo e vegeto

ROMA – Raggiungere i vent’anni di età non dovrebbe essere un’impresa, ma nel caso di un avventuroso ragazzone americano del Colorado lo è eccome. Dylan McWilliams ha almeno tre ragioni per convincersi che lassù qualcuno si prende cura di lui. A soli 20 anni è stato tre volte miracolato: è scampato all’attacco di un orso, al morso di un serpente e, da ultimo, all’incontro ravvicinato con un squalo tigre che gli ha lasciato solo sette punti di sutura come ricordo.

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Di ognuno di questi simpatici animali porta i segni sul corpo, giusto come promemoria per il prossimo jolly da spendere magari a tu per tu con un leone, o un branco di piranha. Si scherza, ma la morte lo ha davvero accarezzato tre volte. L’ultima in mare, alle Hawaii: si dilettava nel body-boarding, versione “sdraiata” del surf, quando uno squalo tigre ha tentato di azzannargli una gamba.

“Non sapevo se avevo perso metà gamba o altro”, ha raccontato poi, fatto sta che si è messo a nuotare come un pazzo per una trentina di metri prima di raggiungere riva e salvezza. Del resto è anche istruttore per bagnini. Abilità che non gli è servita quando, tre anni fa, durante un’escursione nel selvaggio Utah, è stato morso niente meno che da un serpente a sonagli: qualcosa nei suoi geni  deve pur esserci se se l’è cavata con qualche giorno di doloretti.

Fortuna, certamente, ma anche un certo spirito: quello che gli ha permesso di sopravvivere all’attacco di un orso: si trovava in campeggio estivo in Colorado, dormiva fin quando si è svegliato con la testa fra le zanne. Stavolta ha combattuto coraggiosamente, fino a liberarsi della stretta mortale: nove punti in testa, quella volta. Data la giovane età di Dylan, è presumile che i genitori non smettano più di accendere ceri quando possono.

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