Ebola. Guinea chiude frontiere Liberia e Sierra Leone, vaccino forse in 2015

Kent Brantley in ospedale
Kent Brantley in ospedale

GUINEA, CONAKRY – La Guinea ha deciso di chiudere le frontiere con Liberia e Sierra Leone per cercare di arginare l’epidemia di Ebola. Lo hanno annunciato le autorità governative. Attualmente i tre paesi, i più colpiti dal virus con centinaia di vittime, hanno dichiarato lo stato di emergenza, così come ha fatto anche la Nigeria, dove i casi sono saliti nelle ultime ore a nove.

Un vaccino preventivo contro il virus Ebola potrebbe essere pronto entro il 2015. Lo ha affermato in un’intervista alla radio francese Rfi, pubblicata sul sito dell’emittente, il direttore del dipartimento immunizzazione dell’Oms Jean-Marie Okwo Bolò . Secondo l’esperto, entro un mese dovrebbero iniziare i primi test del vaccino messo a punto dalla multinazionale britannica Gsk. ”Il nostro obiettivo è di iniziare i test a settembre – ha spiegato – prima negli Usa e poi sicuramente in un paese africano, visto che è lì che abbiamo i casi. Verso fine anno potremmo avere i risultati, e trattandosi di un’urgenza si può pensare a delle procedure accelerate per averlo a disposizione nel corso del 2015”.

Lunedi prossimo un comitato dell’Oms formato da esperti di bioetica e medicina si riunirà per affrontare il tema dell’utilizzo di farmaci e vaccini ancora sperimentali per fronteggiare l’epidemia.

Nel frattempo il medico statunitense colpito dal virus Ebola e trattato con il siero sperimentale ZMapp ‘migliora di giorno in giorno’. A scriverlo è lo stesso Kent Brantly in una lettera pubblicata sul sito di Samaritan’s Purse, l’associazione per cui lavora. “Divento più forte ogni giorno – scrive Brantly – e ringrazio Dio per la sua misericordia perchè ho combattuto questa terribile malattia. Sono stato testimone dell’orrore”.

Il medico, che ora è in isolamento nell’ospedale della Emory University di Atlanta, nella lettera ripercorre i giorni passati in Liberia. ”Quando la malattia ha iniziato a diffondersi il mio lavoro quotidiano è diventato curare il numero sempre maggiore di malati di Ebola – scrive – Ho tenuto le mani di innumerevoli persone mentre la malattia prendeva le loro vite. Ho visto l’orrore in prima persona, e posso ancora ricordare ogni volto e ogni nome”.

Proprio il caso del medico ha scatenato una serie di discussioni sull’uso di farmaci sperimentali, ancora non testati sull’uomo, per combattere l’epidemia. Da lunedi la questione sarà affrontata anche da un comitato etico istituito dall’Oms.

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