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Ebola può arrivare anche in Italia, il pericolo arriva dal mare

di Elisa D'Alto |14 Luglio 2014 14:49

Ebola può arrivare anche in Italia, il pericolo arriva dal mare

ROMA – Ebola, fino ad oggi una malattia mortale che ha fatto 539 morti da quando in Africa è scoppiata l’epidemia. In Africa, appunto. Ma adesso l’Organizzazione mondiale della Sanità inizia a preoccuparsi: Ebola può andare anche fuori dai confini africani. Nella fattispecie, per quanto ci riguarda, può arrivare in Italia tramite i tanti sbarchi di africani sulle nostre coste. Gli ultimi dati dell’Oms sull’epidemia, pubblicati dall’Ansa:

Tra il 6 e l’8 luglio, 44 nuovi casi di malattia provocata dal virus Ebola, tra cui 21 decessi, sono stati segnalati in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Lo ha comunicato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Il totale dei casi segnalati, sospetti o confermati, dallo scoppio dell’epidemia è salito a 888, tra i quali 539 decessi. L’Oms – spiega una nota pubblicata oggi a Ginevra – continua a monitorare l’evoluzione nei tre Paesi afrcani. In Guinea, la tendenza dell’epidemia “mostra una bassa attività” nella trasmissione con un solo caso confermato negli ultimi 7 giorni. L’andamento dell’epidemia in Liberia e Sierra Leone rimane precaria, con un alto numero di nuovi casi e decessi stati segnalati. Nei giorni scorsi (7-10 luglo) due esperti dell’Oms, Keiji Fukuda, vice-direttore, ed Benido Impouma, coordinatore sub-regionale, hanno compiuto una missione in Sierra Leone e Guinea. Un centro di coordinamento è stato stabilito a Conakry (Guinea). La malattia da virus Ebola è una febbre emorragica grave e spesso fatale.

Il virus è subdolo: impiega qualche mese a manifestarsi in tutti i suoi sintomi e all’inizio può essere confuso con una malaria. Ma in Africa, a preoccuparsi di contenere l’epidemia, sembra essere solo Medici senza frontiere. I governi locali non si spendono molto e l’organizzazione è pressoché sola. Bart Janssens, direttore delle operazioni in area Ebola per Msf, dice:

«L’Organizzazione mondiale della sanità, i Paesi colpiti e quelli confinanti dovrebbero dispiegare le risorse necessarie per un’epidemia di questa portata – dichiara Janssen -. In particolare, risorse devono essere messe a disposizione del personale medico qualificato, di attività formative, di campagne di sensibilizzazione della popolazione, di monitoraggio dei contatti con persone infette. L’Ebola non è più una questione di salute pubblica limitata alla Guinea: al momento sta interessando tutta l’Africa occidentale. E non sembra volersi limitare».

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