Ebola Usa sceriffo ricoverato, salta contagio solo contatto diretto?

Ebola Usa, sergente contagiato: salta diffusione solo per contatto?
Ebola Usa, sergente contagiato: salta diffusione solo per contatto?

NEW YORK – Fa, faceva, il vice sceriffo nella cittadina di Frisco, vicino Dallas. Ora Michael Monnig è ricoverato in ospedale con addosso il sospetto di essere colpito da Ebola. Lui trema e con lui oggi l’intero Texas e domani forse tutti gli Usa. Il vice sceriffo Monnig non ha avuto nessun contatto diretto con il “paziente zero” di ebola in terra americana. Ma è entrato nella sua casa, nella casa di Thomas Eric Duncan morto dopo aver contratto il morbo in Africa. I due non si sono toccati, non si sono incontrati, eppure c’è il sospetto che il vice sceriffo sia affetto da Ebola.

Così fosse, salterebbe la diga sanitaria e psicologica secondo la quale il contagio avviene solo ed esclusivamente per contatto diretto tra un malato e un sano. Se “l’untore” è stata la casa, allora le misure di prevenzione e quarantena finora adottate non basteranno. Monnig è stato ricoverato d’urgenza al Texas Presbyterian dopo essere passato dall’ambulatorio della cittadina di Frisco, un sobborgo di Dallas. Ha accompagnato due funzionari sanitari nell’appartamento di Dallas dove Duncan si era ammalato per farsi firmare l’ingiunzione a non uscire e a non ricevere visite. Nessuno dei tre portava tute protettive. Sul caso ora lì’attenzione è alta, soprattutto dopo la morte di Duncan. Thomas Frieden, capo del Centro di controllo e prevenzione, ha dichiarato:

“Siamo arrivati ai giorni in cui sarebbe più probabile una manifestazione della malattia, sono ovviamente molto in ansia”.

Frienden ha fatto poi notare che nessuno dei contatti di Duncan, quelli cioè che avrebbero potuto contagiare con contatto diretto il sergente Monnig, hanno manifestato i sintomi della malattia. E se il test per il virus Ebola di Monnig fosse confermato, il timore che il virus sta mutando e si diffonda anche per altre vie prende piede.

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