STEPHENVILLE – “Eddie Ray Routh aveva bevuto whiskey e fumato marijuana prima di uccidere Chris Kyle”, il Navy Seal protagonista del film di Clint Eastwood American Sniper. E’ quanto sostiene l’accusa nel processo di Stephenville (Stati Uniti).
Era il 2 febbraio del 2013 quando Routh, al poligono di tiro insieme a Kyle e all’amico Chad Littlefield, sparò ad entrambi alle spalle, uccidendoli. Quel giorno, secondo l’accusa, Routh aveva bevuto e fumato per trovare il coraggio di uccidere.
Ma per la difesa l’uomo soffre di sindrome da stress post-traumatico. Come Kyle, cecchino, Routh ha combattuto in Iraq. Ma l’esperienza più dura l’ha fatta a Haiti, dove era impegnato a rimuovere i cadaveri dopo il terremoto del 2010. Secondo la difesa Routh è rimasto traumatizzato da quell’esperienza, tanto che quando uccise i due uomini “non si rese conto di essere sbagliato”.
Taya Kyle, vedova di Chris, contesta questa teoria. “Tentare di trovare una scusa è disgustoso. Conosco persone affette da sindrome da stress post-traumatico. E’ una cosa vera e difficile, ma non cambia l’essenza del tuo carattere”, ha detto in una intervista al Los Angeles Times.
Stessa tesi per l’accusa:
“Le malattie mentali, anche quelle che l’imputato può o può non avere, non impediscono alle persone di essere buoni cittadini, o di saper riconoscere il bene dal male”.