MOSCA – Il Datagate fa esplodere una nuova Guerra Fredda. La miccia sono state le parole del presidente russo Vladimir Putin: Edward Snowden è un “uomo libero”, “non ha commesso nessun delitto” e non verrà estradato. Mosca ha perso così ufficialmente una posizione chiara, fugando eventuali dubbi, nel caso ce ne fossero stati. Diplomaticamente gelido il capo del Cremlino ha detto agli Stati Uniti, che si sbracciano a chiedere la testa dell’ex consulente Nsa (National Security Agency), che si augura che la vicenda “non avrà ripercussioni sui nostri rapporti con gli Usa”.
Putin si è persino detto “sorpreso” di sapere che la “talpa” si trovasse nell’area internazionale dell’aeroporto Sheremetevo di Mosca. D’altra parte, dal momento che si trova nell’area di transito (anche perché senza visto) Snowden tecnicamente non è in territorio russo. Così Putin gioca con Washington. Mentre il segretario di Stato John Kerry fa la voce grossa, invano.
Mosca segue Pechino e attacca per difendersi, accusando gli Stati Uniti di aver suscitato un caso sul nulla. Con il no secco all’estradizione di Snowden, però, la tensione tra Russia e Stati Uniti aumenta.
Le parole di Putin sono la prima conferma ufficiale del fatto che il “whitleblower” non ha mai lasciato la Federazione. Atterrato a Mosca da Hong Kong domenica 24 giugno a bordo di un aereo della compagnia russa Aeroflot, secondo alcune informazioni forse artatamente diffuse avrebbe dovuto ripartire per un Paese dell’America Latina. Si era parlato di Venezuela, Cuba ed Ecuador, nella cui ambasciata a Londra si trova l’altra “talpa” ricercata dagli Usa, Julian Assange, e a cui Snowden aveva chiesto asilo politico.
Diplomatici venezuelani ed ecuadoregni si erano mobilitati al suo arrivo a Mosca. Sembrava tutto pronto. Poi la foto della poltrona vuota sul volo Aeroflot diretto all’Avana ha di nuovo coperto di mistero la fuga di Snowden. Ora è ufficiale: non ha mai lasciato l’area di transito dell’aeroporto di Mosca. E tanto è bastato per innescare un forte scontro diplomatico tra i vecchi nemici della Guerra Fredda.