IL CAIRO, 2 FEB – Gli Ahlawy dell'Al-Ahly, la principale squadra di calcio del Cairo, sono uno dei gruppi di ultras egiziani più famosi e meglio organizzati. Erano presenti a Piazza Tahrir nei giorni della rivoluzione, anche se spesso a titolo individuale, urlando slogan diversi e non politici rispetto a quelli dei manifestanti anti-regime, che spesso però li hanno accolti positivamente in seno ai loro ranghi.
Nella cosiddetta battaglia dei Cammelli, esattamente un anno fa, gli ultras hanno avuto un ruolo di primo piano nel combattere i seguaci dell'allora presidente Hosni Mubarak. Si sono rivisti in massa nei mesi successivi, sempre a piazza Tahrir e nei dintorni del ministero dell'Interno, per protestare contro le ondate di arresti. Sul loro sito web gli ultras, conosciuti come gruppo ben organizzato e anche violento che conta 50.000 sostenitori, affermano di avere 'sofferto sotto il regime totalitario'' di Mubarak in particolare sotto il suo ultimo ministro dell'Interno Habib el Adly.
Con le violenze allo stadio di Port Said, che ieri sono costate le vita ad almeno 73 persone, i rappresentanti dell'ex regime ''si sono vendicati, gli ultras erano a Piazza Tahrir con noi a proteggerci il 28 gennaio e il 2 febbraio di un anno fa, e ora questo attacco.
E' stato pianificato. E' il mercoledi' del sangue''. Questo e' l'emblematico commento di un giovane che si trovava a Tahrir un anno fa, e che riflette lo stato d'animo di molti egiziani. E cioè che il fan club della principale squadra di calcio del Cairo e dell'Egitto e' stato attaccato perche' era sceso in piazza a difesa dei manifestanti. Dopo la caduta di Mubarak gli Ultras hanno issato striscioni e scandito slogan pro rivoluzione durante le loro partite. Nell'ultima, il 28 gennaio scorso, hanno fatto vibrare lo stadio del Cairo al grido di ''abbasso abbasso i militari'', issando un striscione con la scritta ''non dimenticheremo la vostra vergogna''. Si riferivano al 28 gennaio del 2011 quando le forze dell'ordine si erano ritirate della strade aprendo di fatto una fase di repressione e di violenze indiscriminate.
''Difenderemo i nostri principi per garantire la liberta' di tutto il popolo'', si legge ancora sul sito degli ultras in ricordo del loro ultimo 'martire', Mohamed Moustafa. Faceva parte della nazionale egiziana di tennis ed era studente alla facolta' di ingegneria. Mohamed, 19 anni, è stato ucciso negli incidenti davanti al Consiglio dei ministri, a dicembre.
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