Egitto, paura dei copti: “Coi Fratelli musulmani torneranno i divieti”

IL CAIRO – I copti egiziani hanno paura: temono una deriva saudita dopo il voto di questi giorni, che si concluderà a gennaio. “I Fratelli musulmani sono fortissimi e infidi. I salafiti violenti, bruciano chiese. Avranno molti voti e sono un pericolo per tutti ma per noi di più”, ha detto al Corriere della Sera un giovane copto in piazza Tahrir per difendere la rivoluzione.

I cristiani hanno paura, ma non vogliono mollare, non vogliono andarsene come in Iraq, “hanno fiducia nel popolo egiziano. Ma i tanti errori della giunta hanno aperto spazi agli estremisti e noi pagheremo”, dice un altro al Corriere.

Eissa Iskandar, ingegnere in pensione, è durissimo: “La rivoluzione è stata un disastro, le elezioni pure perché gli islamici vinceranno con i soldi sauditi, al popolo povero e ignorante basta dare due lire e ti votano. Certo, musulmani per bene ce ne sono ma senza un Stato forte come con Mubarak non c’è controllo sugli altri. E i militari non fanno niente. Finiremo come in Arabia, metteranno il velo sul viso anche alle nostre donne”. Monica Hanna, archeologa copta a Berlino tornata a votare dice: “Non ci fanno paura, li fermeremo”, mentre l’amica Fatima dice che “prima devono mettere il velo a noi musulmane e voglio vederli.”

La comunità cristiana d’Egitto è la più grande del Medio Oriente, il 10 e il 18 per cento della popolazione totale, 84 milioni. Anche la Chiesa teme l’avanzata islamica. In mancanza di un partito cristiano i vertici religiosi hanno fatto circolare una lista con i nomi dei candidati “approvati”, sia cristiani sia musulmani.

Brucia ancora il ricordo dell’attentato suicida dello scorso capodanno, quando morirono 21 copti davanti ad una chiesa di Alessandria.  Lo scorso 9 ottobre poi c’è stata la “battaglia della televisione pubblica”: i copti erano scesi in piazza a protestare contro la distruzione di una chiesa, la polizia ha represso la manifestazione. Alla fine negli scontri sono morte 26 persone.

Molti dei recenti attacchi sono stati fatti dai salafiti, musulmani sunniti ortodossi. Alcuni copti sono fuggiti all’estero. I copti sono presenti in tutto il Paese e in tutte le categorie sociali anche se loro si considerano fuori da alcuni settori come la giustizia, l’università o le forze dell’ordine.

I primi monaci copti vissero in Egitto nel IV secolo e la chiesa copta e’ stata una delle chiese a soffrire di piu’ dell’avanzata araba nel Nordafrica.    Dopo il concilio Vaticano II, Chiesa cattolica e Chiesa copta hanno iniziato un cammino ecumenico di dialogo che ha portato nel 1973 al primo incontro, dopo quindici secoli, tra papa Paolo VI ed il patriarca dei copti, Shenuda III. Insieme decisero di iniziare un dialogo teologico, il cui frutto principale è stata la dichiarazione comune del 12 febbraio 1988.

 

 

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