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Egitto, per le donne pericolo di violenze sessuali: ci sono vigilantes con spray

di fmontorsi |12 Novembre 2012 17:05

Egitto, per le donne pericolo di violenze sessuali: ci sono vigilantes con spray (foto Lapresse)

IL CAIRO – La chiamano l’undicesima piaga d’Egitto. Sono le molestie sessuali che centinaia, forse migliaia di donne subiscono ogni giorni nei luoghi pubblici del paese arabo nell’indifferenza generale. Le cifre sono eloquenti: secondo un rapporto del Centro egiziano dei diritti della donna, 83% delle donne egiziane e il 98% delle straniere sono state vittima di molestie o di insulti osceni in luoghi pubblici. Solo il 12% di questa ha denunciato l’aggressione.

Di fronte all’inazione della politica, dei gruppi autonomi di giovani si sono formati per proteggere le donne e combattere il fenomeno delle molestie. Chi si trova nelle strade affollate del Cairo, vicino alla celebre piazza Tahrir, può vederli passeggiare in gruppo. Alcuni di loro indossano delle giacchette fosforescenti che spiegano, sul dorso, la loro missione. Ogni tanto intervengono, afferrando per le spalle un giovane che proferisce parole spinte ad una ragazza o un altro che ne filma con il cellulare delle parti del corpo. La filosofia è diversa secondo i gruppi. Uno di questi ha un approccio più fisico e cerca di consegnare il sospetto alla polizia o addirittura di “marchiarlo” con una vernice bianca. Altri si limitano a creare, in caso di pericolo, dei cordoni umani che evitino il contatto tra uomini e donne.

Questa forma di associazionismo è stata resa possibile dalla più grande libertà civile permessa in Egitto nell’epoca post-rivoluzione. All’epoca di Mubarak, l’ex presidente deposto, la formazione di tali gruppi non sarebbe stata permessa dalle autorità. E’ anche vero che questi gruppi si sono formati perché le molestie sessuali sono un problema della società, che per quanto acuto e diffuso, è trascurato dalla polizia e dai responsabili politici e spesso dalla società civile essa stessa. La reazione dei passanti alle operazioni di questi vigilantes è d’altronde contrastata. C’è chi li plaude, ma c’è anche chi ne disapprova i metodi e chi minimizza la gravità delle molestie sulle donne.

Sebbene la società egiziana non sia ancora unanime nella condanna, il problema delle molestie contro le donne sta entrando al centro del dibattito politico e culturale. Ancora nel 2008, la moglie di Mubarak, Suzanne – che si presentava come una paladina dei diritti delle donne – negava l’esistenza del fenomeno dicendo che «gli uomini egiziani rispettano sempre le donne egiziane». All’inizio di novembre, il nuovo presidente dell’Egitto, Mohammed Morsi ha detto tramite il suo portavoce che il governo ha ricevuto più di 1000 segnalazioni di molestie e che le stava esaminando. Solo qualche mese, un film egiziano, «Le donne dell’autobus 678», presentato a Cannes, aveva attirato l’attenzione del pubblico sulla piaga delle molestie subite quotidianamente nei trasporti pubblici.

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