IL CAIRO – La primavera araba sembra lontana in piazza Tahrir al Cairo e per le strade delle altre città in Egitto. I musulmani più radicali sono tornati in corteo, la tensione è salita e non mancano anche i dissapori con quel 10% di cristiani copti, minoranza religiosa del Paese del dopo Mubarak.
Ieri è stata una vera e propria battaglia per tutta la giornata a piazza Tahrir tra la polizia antisommossa – che sparava lacrimogeni, proiettili di gomma e forse anche proiettili veri – e manifestanti di varie tendenze, Fratelli Musulmani, salafiti, ma anche aderenti alla Coalizione dei giovani della rivoluzione.
Un giovane di 23 anni, Ahmed Mohamed Mahmoud, e’ morto. Un bilancio ufficiale diffuso in serata dal ministero della Sanita’ ha riferito di 676 feriti. Si tratta per la maggior parte di persone colpite agli occhi da proiettili di gomma o veri, come raccontato da fonti ospedaliere A sera inoltrata, mentre scontri venivano segnalati anche nella citta’ costiera di Suez, sulla piazza Tahrir riconquistata dai manifestanti – che continuano a scontrarsi con la polizia sulle strade che danno accesso al ministero dell’interno e che sono superblindate – sono radunate circa diecimila persone di formazioni politiche e religiose diverse, che annunciano di voler trascorrere insieme la notte all’addiaccio.
A nove giorni dalla prima tornata delle elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento (Assemblea del Popolo), la giornata di oggi ha ricordato le scene – anche se per fortuna con bilanci meno tragici – della repressione scatenata proprio nei giorni successivi al 25 gennaio (850 morti e migliaia di feriti) e per i quali l’ex presidente Mubarak e’ sotto processo con i suoi figli ed il suo ex ministro dell’Interno. Le tensioni sono cominciate in mattinata, quando poliziotti antisommossa hanno rimosso con energia un gruppo di tende allestite in un angolo di piazza Tahrir dentro le quali c’erano gruppi di familiari di ”martiri della rivoluzione” (vittime e giovani rimasti feriti agli occhi ed agli arti dalla repressione della polizia prima che Mubarak si dimettesse), picchiando e ferendo alcune di esse. La reazione immediata e’ stata di lanciare sassi contro gli agenti, che rispondevano con lacrimogeni e manganellate. In diverse ondate la piazza e’ stata liberata e poi rioccupata da manifestanti che nel frattempo erano aumentati ad alcune migliaia, con una tensione ogni volta crescente, mentre cominciavano a fioccare i comunicati di condanna dell’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Prese di posizione sono venute sia dai Fratelli Musulmani – ritenuti da molti la forza politica che potrebbe assicurarsi il miglior successo elettorale – sia dai gruppi dei giovani rivoluzionari e da partiti politici tradizionalmente considerati di opposizione. Nell’assenza totale di comunicazioni e interventi da parte delle Forze Armate – ed in particolare del Consiglio Supremo che gestisce il paese – il ministero dell’interno ha reso noto che sei manifestanti erano stati arrestati per le violenze mentre sette poliziotti erano rimasti feriti. Nessuna indicazione ufficiale sul numero dei feriti tra i protestatari.
Un’altra comunicazione e’ arrivata pero’ nel frattempo dal vice primo ministro Ali El Selimi, per emendare – sia pure apparentemente in modo molto tenue – il contenuto della proposta di modifica della costituzione annunciata nei giorni scorsi con la quale si elimina il controllo del parlamento sui bilanci e sulle attivita’ delle Forze Armate. Nei giorni scorsi il provvedimento aveva provocato molte proteste al punto che ieri e’ stato realizzato un enorme raduno in piazza Tahrir, promosso da Fratelli Musulmani, salafiti e qualche gruppo di liberali. L’ulteriore occupazione di piazza Tahrir a sera inoltrata da parte di oltre 10mila manifestanti sembra voler colpire in piu’ direzioni: testimoniare insoddisfazione per la comunicazione di oggi del vice primo ministro, continuare la protesta contro polizia e contro il Consiglio Supremo delle Forze Armate per l’uso eccessivo della forza e riaffermare le richieste di democratizzazione del paese annunciate dal 25 gennaio in poi.
COPTI – Due giorni fa sette persone sono rimaste ferite in uno scontro tra cristiani copti e musulmani al Cairo. Alcune decine di cristiani marciavano dal quartiere settentrionale di Shoubra verso Piazza Tahrir, luogo simbolo della rivolta contro l’ex rais Hosni Mubarak, per denunciare le discriminazioni che subiscono nel paese. All’altezza del quartiere di Bulak il corteo e’ stato attaccato da residenti musulmani, che lo hanno preso di mira con il lancio di pietre.