Egitto, a piazza Tahrir nozze tra i carri armati

ROMA – Da quasi due settimane è uno spazio diventato il cuore politico dell’Egitto, con la folla di dimostranti che esercita una pressione senza precedenti sui vertici del potere. Ma piazza Tahrir (“liberazione”) al Cairo sta diventando sempre più anche un luogo di vita quotidiana per le migliaia di persone che la affollano. Come per i due giovani che hanno deciso di sposarsi proprio là, dove si alimentano le speranze per un nuovo Egitto.

Con indosso abiti moderni da matrimonio (lui con il papillon, lei in bianco) e con un carro armato sullo sfondo, i due giovani sposi egiziani appaiono al settimo cielo nella foto pubblicata dal quotidiano Asshourok. In un breve discorso, lo sposo – Yasser Ibrahim, ingegnere – ha affermato di aver scelto la piazza di Tahrir per celebrare le sue nozze dopo aver trascorso nelle stessa piazza più di dieci giorni insieme agli altri manifestanti. Dal canto suo, la sposa ha detto: ”Non potevo trovare invitati migliori di quelli che partecipano alla protesta nella piazza”.

Dopo i riti tradizionali del matrimonio, la coppia degli sposi ha fatto il giro della piazza durante il quale ha raccolto gli auguri e gli applausi dei manifestanti.

Ma c’è chi è andato anche oltre, facendo della storica piazza la propria casa: è un’altra giovane coppia che sta trascorrendo a Tahrir la luna di miele. Da tredici giorni, i due stanno trascorrendo in una tenda il periodo in cui di solito si va in località esotiche o romantiche, magari in alberghi con tutti i comfort. Di giorno, partecipano alle attività della protesta, la sera si godono la loro intimità nella tenda, con la privacy rigidamente protetta da alcuni manifestanti loro amici.

”Ero determinato a partecipare a questa rivoluzione, nonostante mi fossi sposato un giorno prima dell’inizio delle manifestazione: le dimostrazioni ‘della rabbia’ sono cominciate il giorno delle mie nozze. Abbiamo scelto di essere qui nonostante il divieto dei nostri genitori”, ha dichiarato Hani. A Tahrir – dove c’è anche un ambulatorio permanente – gira anche una signora che è la madre del primo ‘martire’ della protesta, il giovane Mustafa Mahmud. La donna porta sempre con sé la foto del figlio ucciso negli scontri.

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