Egitto. Scontri a piazza Tahrir: lanci di pietre, un morto, 676 feriti

IL CAIRO  –  Scontri in corso a Piazza Tahrir: dopo che la polizia ha tentato di allontanare le centinaia di persone che cercavano di radunarsi, la folla – secondo quanto constatato dall’Ansa – ha lanciato pietre contro gli agenti che hanno risposto con candelotti lacrimogeni. Bloccate tutte le strade di accesso alla piazza.

Il primo bilancio è di un morto e di 676 feriti di cui uno grave, secondo il ministero della Sanità egiziano.

Del manifestante ucciso sabato sera in piazza Tahrir dà notizia il sito web del quotidiano Al Ahram, cui è stata comunicata da aderenti al movimento del 6 Aprile. Il giovane ucciso si chiamava Ahmed Mohamed Mahmoud ed aveva 23 anni.

Il manifestante sarebbe stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco sparati da uomini in borghese entrati in piazza da una strada secondaria.

Il giovane è stato soccorso ed accompagnato all’ospedale Al Mounir, dove però i medici hanno potuto solo constarne la morte.

Un altro giovane sarebbe in gravi condizioni per ferite al viso di natura imprecisata.

Giovani hanno rotto marciapiedi davanti all’Università Americana ed hanno colpito l’edificio con sassi presi da terra che lanciano anche contro la polizia, mentre gli agenti rispondono sparando lacrimogeni.  Altri giovani hanno bloccato un piccolo blindato, hanno costretto i poliziotti che lo occupavano e scendere e vi sono saliti a bordo. Intanto fonti del ministero dell’ interno hanno confermato sei arresti ed hanno reso noto che sette agenti sono rimasti feriti.

I ‘giovani della rivoluzione’ hanno diffuso un comunicato per chiedere le dimissioni del ministro dell’interno e del governo guidato dal primo ministro Essam Sharaf. I Fratelli Musulmani, in un altro comunicato hanno condannato l’uso eccessivo della forza da parte della polizia.

Un grosso camion per il trasporto truppe della polizia e’ stato dato alle fiamme tra piazza Tahrir e la grande strada Kasr El Aini, bloccata da doppi schieramenti di polizia per evitare un assalto contro il ministero dell’Interno. Continuano intanto i lanci di pietre, non solo dei manifestanti – sarebbero arrivati a oltre tremila – ma anche contro di loro da parte degli abitanti dei palazzi adiacenti a quello del ministero degli Interni. La polizia continua a rispondere con lacrimogeni e colpi di fucile in aria.

A quanto risulta, attivisti dei gruppi che hanno promosso la rivoluzione del 25 gennaio continuano a sollecitare via web la partecipazione alla protesta, che sembra destinata a durare ancora alcune ore, ma si e’ concentrata soprattutto verso la strada che porta al ministero dell’Interno, nell’area sud di piazza Tahrir.     Sul posto sono affluiti moltissimi reparti della polizia antisommossa (Amn el Markazy), schierati intorno all’isolato in cui sono anche le sedi della presidenza del consiglio dei ministri e dei due rami del parlamento.

Sono circa 300, secondo fonti mediche, le persone finora ferite negli scontri di piazza Tahrir con la polizia. Continua da ore una battaglia a base di lanci di pietre, spari di lacrimogeni e di proiettili di gomma. Molto piu’ limitato il bilancio fornito dal ministero della sanita’, secondo il quale i feriti sarebbero solo 81.

Sempre secondo le fonti ospedaliere, una cinquantina di feriti sarebbe stati colpiti agli occhi con proiettili veri o di gomma.     A fine pomeriggio piazza Tahrir era bloccata e totalmente sotto il controllo della polizia, ma un membro del Consiglio della Rivoluzione spiegava in tv che molte persone si stanno radunando in punti diversi fuori della piazza per irrompervi e riconquistarla.

Su Internet si moltiplicano gli appelli, sia per soccorrere i feriti, sia per partecipare alla protesta, cresciuta di intensita’ durante la giornata, e sempre molto elevata sei ore dopo l’inizio della manifestazione.    Si calcola che nelle prime ore della serata siano oltre settemila i protestatari raccolti intorno alla zona di Midan Tahrir.

A causa del blocco del traffico nel centrale punto di arrivo di numerose strade cittadine, in varie altre zone della citta’ il traffico è bloccato o molto rallentato.    Le Forze Armate non sono finora intervenute, e secondo gli osservatori continuano a tenere sotto controllo la situazione da lontano.

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