Egitto: stop al test della verginità nelle carceri militari

IL CAIRO – Esultano le organizzazioni per i diritti umani dopo la decisione presa oggi dalla giustizia egiziana di fermare la pratica di effettuare ''test di verginità'' sulle giovani manifestanti arrestate alle manifestazioni, ed eseguiti nelle prigioni militari.

L'ingiunzione e' stata emessa dopo che un'alta Corte amministrativa del Cairo ha dato ragione a una giovane egiziana, Samira Ibrahim, che aveva denunciato di essere stata costretta a subire il test dopo l'arresto il marzo scorso durante le proteste di piazza.

La decisione, la prima di questo tipo, è stata salutata con urla di gioia e applausi da parte di decine di attivisti che hanno partecipato all'udienza. ''E' una buona notizia. Aspettiamo ora una decisione della Corte per i risarcimenti'', ha dichiarato all'Afp Hossam Baghat, responsabile della ong 'Iniziativa egiziana per i diritti della persone'.

La pratica dei test di verginità forzati è stata denunciata come una forma di ''tortura'' e di violenza sessuale da parte delle organizzazioni egiziane e internazionali di difesa dei diritti umani, in particolare da Amnesty International e Human Rights Watch (Hrw). Di fronte alle rimostranze provocate dall'uso di questa pratica alcuni responsabili militari avevano affermato che i test si erano resi necessari per impedire alle manifestanti che erano vergini di sporgere denuncia per stupro contro i soldati che le avevano arrestate.

Il capo della giustizia militare, Adel Mursi, ha affermato che la decisione presa oggi dal tribunale amministrativo e' però ''inapplicabile'', in quanto non esisteva ''nessun ordine che prevedeva di effettuare test di questo tipo'' nelle prigioni militari. ''Se tutto cio' e' accaduto, e' stato un atto personale che richiede l'apertura di un'inchiesta per crimini'', ha aggiunto.

Samira Ibrahim, 25 anni, originaria della regione del Sohag (Alto Egitto), responsabile di marketing in un'azienda privata, venne arrestata il 9 marzo scorso durante una manifestazione pro-democrazia al Cairo. In alcuni video postati su YouTube, Ibrahim racconta che insieme ad altre donne subirono scosse elettriche da parte dei militari ''che ci insultarono e ci accusarono di provenire da una casa chiusa''. La donna rivela poi che il suo gruppo venne malmenato tutta la notte prima di essere trasferito in una prigione militare. ''Un ufficiale ci disse di essere venuto per chiarire se eravamo o meno delle prostitute'', e poi le sottopose ai test sotto controllo medico.

Stando al responsabile della ong egiziana, Hossam Baghat, il processo del militare accusato di avere eseguito l'esame su Samira Ibrahim dovrebbe aprirsi a inizio gennaio 2012 davanti a un tribunale militare, ma Baghat prevede che soltanto un solo militare verra' incriminato per ''oltraggio al pudore'' e sara' punito con un'ammenda.

I test di veriginita' hanno contribuito a screditare la reputazione e la credibilita' dell'esercito egiziano, già nel mirino dei manifestanti per i metodi usati nella repressione.

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