Emergency: Strada “Una montatura che crollerà, accuse demenziali”

«Questa montatura è destinata a crollare, nonostante la complicità di pochi mediocri». A parlare è Gino Strada, fondatore di Emergency, in una lettera a La Repubblica, nella quale ricostruisce l’irruzione delle forze di sicurezza afgane nell’ospedale di Lashkargah, che ha portato all’arresto di tre operatori della Ong, il chirurgo Marco Garatti, il logista Matteo Pagani e l’infermiere Matteo Dell’Aira.

Secondo la ricostruzione, in un’operazione molto rapida, i militari sono entrati nell’ospedale, puntando direttamente verso un magazzino, all’interno del quale «senza neppure controllare le centinaia di scatole sugli scaffali» hanno trovato due scatole contenenti armi, «già pronte sul pavimento in mezzo al locale». Da qui l’accusa ai tre italiani di preparare un complotto ai danni di un governatore locale, in cambio di un compenso milionario.

«Neanche un demente potrebbe credere a una simile accusa – scrive Strada – la maggior parte dei razzi e delle bombe a Lashkargah ha come obiettivo il palazzo del governatore: chi sarebbe così cretino da pagare mezzo milione di dollari per un attentato, visto che c’é chi cerca già di compierlo gratuitamente?».

Secondo Strada si accusa Emergency di curare i talebani. Accusa per la quale il fondatore dell’organizzazione si ritiene “colpevole”, «noi curiamo anche i talebani» afferma ma soprattutto «curiamo i civili afgani che sono la grande maggioranza delle vittime della guerra». «Adesso – conclude – è ora che chi di dovere tiri fuori i nostri ragazzi. Può farlo bene e in fretta».

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