Eni, investimenti in Libia da 20 miliardi in 10 anni: “Rinnovo concessioni fino al 2045”

L’asse Italia-Libia viaggia anche sul petrolio dell’Eni. La società, infatti, investirà nel prossimo decennio ”quasi 20 miliardi di dollari’. Ad assicurarlo è Paolo Scaroni, amministratore delegato: ”Prevediamo – ha anticipato Scaroni – di rinnovare le concessioni in Lombardia per 35 anni e quindi rimarremo fino al 2045”.

Scaroni ha sottolineato l’importanza dell’area nordafricana per l’Eni, dove la societa’ petrolifera negli ultimi 10 anni ha investito 50 miliardi di dollari e dato occupazione a più di 5 mila persone. ”Certamente, per noi – ha sottolineato Scaroni – il Nord Africa è un’area assolutamente chiave della nostra strategia. I Paesi petroliferi del Nord Africa (Libia, Tunisia e Algeria e Egitto), pur rappresentando meno del 5% della produzione mondiale di petrolio, per noi rappresentano quasi il 35% delle nostre produzioni”. Per l’amministratore delegato dell’Eni ”questo è un grande indicatore dell’importanza che da sempre il Nord Africa ha rappresentato per noi”.

In effetti dai palazzi della politica romana Tripoli è guardata con un occhio di riguardo. Dopo l’energia vengono i respingimenti: dopo l’accordo con il colonnello Muammar Gheddafi per il controllo dei mari e dei barconi di migranti, la diplomazia italiana è scesa in campo molto cauta sulla vicenda dei 250 eritrei detenuti nelle carceri libiche. I profughi avevano denunciato torture e vessazioni, l’Europa aveva chiesto l’intervento italiano, ma il nostro ministro degli Esteri se l’è cavata insinuando solo dubbi sulla sincerità degli eritrei: “Avevano anche il telefono satellitare”. Ai diritti umani in Libia, al trattamento dei detenuti in carcere e ai migranti nessun accenno.

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