KINSHASA – Assistenti sociali che decidono di mandare un ragazzino dall’esorcista perché lo credono posseduto dal diavolo: non succede in Africa, ma a Londra. Il bambino in questione, riporta il Telegraph, aveva lasciato la famiglia naturale nella Repubblica Democratica del Congo per essere adottato da una famiglia inglese di Londra.
I genitori adottivi pensavano che il loro bambino africano fosse “posseduto dal diavolo“, e per questo hanno chiesto che venisse rimandato nella Repubblica Democratica del Congo per essere “liberato”, attraverso una pratica che includeva tre giorni di digiuno da cibo e acqua.
A quel punto gli assistenti sociali hanno pagato 4.000 sterline ad un esperto per farlo andare in Africa a informarsi.
Solo che l’esperto, Richard Hoskins, un professore universitario specializzato in religioni africane, quando ha visto il ragazzino ha detto che non aveva alcun bisogno di esorcismi. Così gli assistenti sociali hanno abbandonato il loro progetto.
Ma si tratta di un caso finito bene contro tanti finiti male. Parlando ad una conferenza in Gran Bretagna, il professore ha sottolineato come questo caso dimostri che le autorità britanniche sono riluttanti a sfidare i maltrattamenti sui bambini se sono commessi sotto la parvenza di “pratiche religiose o culturali”.
Durante la sua visita a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, nel 2005, il dottor Hoskins incontrò i nonni del bambino al centro del caso. Questi raccontarono al professore che sul bambino era stata praticata la stregoneria mentre era in Gran Bretagna, e che “li avrebbe fatti morire tutti”.
Il professore incontrò anche il pastore della Chiesa Pentecostale frequentata dai nonni del piccolo. Anche lui gli disse che se il bambino non fosse stato liberato dal diavolo avrebbe causato “liti, malattie, divorzi, povertà e morte”.
Il dottor Hoskinks ha anche raccontato di altre sue esperienze in Africa, con bambine lasciate morire di sete pur di praticare correttamente il rito di “liberazione”. “I bambini vengono spesso picchiati e viene loro spruzzata polvere di peperoncino. Alcuni vengono addirittura tagliati con le lame di rasoio”.
I casi di bambini maltrattati e morti nel corso dei cosiddetti “kindoki”, o esorcismi africani, sono numerosi. Nel 2000 Victoria Climbé, bimba di otto anni originaria della Costa d’Avorio, venne torturata e uccisa dalla prozia e dal suo fidanzato ad Haringey, borgo di Londra.
Tre anni dopo la madre e gli zii di una bambina sempre di otto anni di Hackney finirono in prigione con l’accusa di aver torturato la piccola. In entrambi i casi i familiari delle vittime si sono difesi dicendo che le bambine erano streghe.
Più di recente Kristy Bamu, ragazzino francese di 15 anni residente a Londra, è stato torturato a morte dalla sorella e dal suo fidanzato che cercavano di praticare su di lui un esorcismo.
Adesso il professor Hoskins sta lavorando ad un altro presunto caso di esorcismo. Il caso riguarda una ragazzina nata in Gran Bretagna ma di origini africane allontanata dalla famiglia dopo un tentativo di “Kindoki” in cui era stata colpita a bastonate, inferti tagli con un coltello sulle braccia e fatti bruciare occhi e genitali con il peperoncino.
La piccola era stata affidata dai servizi sociali al pastore locale, che aveva consigliato l’esorcismo e poi aveva fatto pressioni sulla ragazzina perché non raccontasse nulla.