Esplode arsenale in Iran: 17 morti

TEHERAN, 12 NOV – Non poteva avvenire in un momento piu' delicato la grave esplosione in un arsenale delle Guardie rivoluzionarie, avvenuta oggi nella base di Bigdaneh a Malard, a poche decine di chilometri ad ovest di Teheran, in cui 17 militari sono morti e 16 sono rimasti feriti.

Un incidente dovuto a cause ancora in corso di accertamento secondo la ricostruzione ufficiale, ma che cade in un momento di altissima tensione nelle gia' difficili relazioni tra l'Iran e l'Occidente, dopo l'ultimo rapporto dell'Aiea che darebbe nuovo alimento ai sospetti, sempre smentiti da Teheran, su scopi anche militari del suo programma nucleare.

Il rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha di nuovo fatto aprire a Israele lo scenario di un possibile attacco militare contro le installazioni nucleari di Teheran, anche se le diplomazie internazionali dibattono sull'alternativa di un rafforzamento delle sanzioni, osteggiate tuttavia da Russia e Cina. Mentre il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha fatto di nuovo la voce grossa, intimando all'Iran di dare risposta all'Aiea e di non continuare ad ''ingannare'' la comunita' internazionale. In questo clima si colloca l'incidente nella base dei Pasdaran, la potente organizzazione militare cui l'Ayatollah Khomeini affido' nel 1979 la sicurezza e la difesa della Repubblica Islamica, e poi divenuta anche un potente agente di intelligence e polizia, oltre che un attore di grande peso negli equilibri politici e dell'economia del Paese. Oltre ad essere la casa madre del corpo d'elite Al Quds, accusato il mese scorso dagli Usa di aver ordito un complotto terroristico per assassinare l'ambasciatore saudita a Washington. Non e' dunque solo ad una lieve scossa di terremoto cui molti hanno probabilmente pensato, quando l'onda d'urto dello scoppio ha fatto tremare i vetri anche in alcune zone di Teheran. Mentre per gli abitati piu' vicini alla base militare, come Shahriar e Shar-e Qods, media semi-ufficiali come la Mehr parlano di panico e vetri infranti, e la tv di stato anche di edifici danneggiati. Le prime notizie riferivano di uno scoppio in una stazione di servizio per il gas, ricostruzione subito smentita dalle fonti ufficiali, che hanno anche presto informato della presenza di vittime. ''Martiri'', li ha definiti il portavoce delle Guardie Rivoluzionarie Ramezan Sharif, sostenendo che l'incidente era avvenuto durante un trasferivano di munizioni, e smentendo qualunque possibile legame con attivita' nucleari.

Ma l'esplosione odierna ne ha fatta ricordare un'altra, avvenuta nell'ottobre 2010 in una base dei Pasdaran vicina alla cittadina di Khorrambad, nell'Iran occidentale, e costata la vita ad una ventina di militari. Anche per quel caso le autorita' avevano parlato di incidente, ma un sito israeliano specializzato in intelligente, Debkafile, aveva riferito di "una mano misteriosa" che aveva distrutto diverse rampe di lancio per Shebab-3, missili in grado di colpire Israele e obiettivi Usa.

Intanto anche oggi la Fars, vicina alle Guardie rivoluzionarie, dedica molto spazio a voci di militari che ammoniscono sui rischi in cui potrebbero incorrere Usa e Israele in caso di attacco, per il quale le forze iraniane sono ''pienamente preparate'', ha detto il comandante dell'esercito Ahmad Reza Pourdastan. Mentre il Parlamento, secondo fonti interne citate dalla stessa agenzia, si starebbe preparando a discutere di un possibile ritiro dell'Iran dal Trattato di non-proliferazione nucleare. E il ministro della Difesa Ahmad Vahidi ha annunciato il prossimo lancio di tre satelliti per scopi scientifici, nuova prova delle capacita' iraniane in diversi campi, a dispetto delle sanzioni.

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