Usa, centrale esplosa. Lì a Middletown un terzo degli abitanti è italiano

La chiamano “Little Melilli” lì sulle rive del fiume del Connecticut. A Middletown dove il 7 febbraio è esplosa la centrale elettrica a gas, su 45 mila abitanti un terzo è italiano, tutti discendenti di emigranti del paesino Melilli nel siracusano.

Si chiama Al Santostefano il capo dei pompieri che coordina i soccorsi nell’inferno di Middletown. Ma ci sono anche tanti Magnano, Di Mauro, Cannata tutti cognomi di Melilli. «Ci sono più melillesi lì che in Sicilia — dice il sindaco Pippo Sorbello—il mio comune conta appena 13 mila abitanti».

L’emigrazione cominciò alla fine dell’Ottocento. Il primo ad arrivarci, nel 1895, fu Angelo Magnano che subito cominciò a lavorare facendo l’unica cosa che sapeva fare, il barbiere. Fu lui a scrivere al fratello e ad altri compaesani perché lo raggiungessero. Già nei primi decenni del nuovo secolo era praticamente nata «little Melilli », popolata da muratori, sarti, artigiani. Poi qualcuno comincio a lavorare in fabbrica.

«Era buio e c’era la neve quando il treno arrivò a Middletown una sera di dicembre del 1901— si legge nelle memorie della diciassettenne Eleonora Gervasi — con le mie sorelle Lucia e Sebastiana avevamo lasciato Melilli tre settimane prima». Brandelli di ricordi che vengono custoditi gelosamente perché il legame con la Sicilia non si è mai interrotto.

Èper questo che anche a Melilli sono ore di angoscia. «Tutti a Melilli hanno un parente o un conoscente a Middletown— dice il sindaco — è una tragedia che arriva anche nelle nostre case. Il mio telefono non smette di squillare. Mi sono messo in contatto con alcuni amici per avere rassicurazioni». Tra le due città c’è più che un gemellaggio, sancito nel 1981. C’è un cordone ombelicale che non si è mai spezzato. Un legame che rimane saldo. «Io personalmente ci sono stato sette volte — racconta Sorbello — mentre quattro anni fa abbiamo ricevuto il loro sindaco».

In entrambe le città a maggio si festeggia San Sebastiano, patrono di Melilli, mentre a Middletown hanno costruito una chiesa identica al duomo di Melilli. Ogni famiglia tiene custodita una cartolina, una lettera, una foto di lontani parenti che risiedono a Middletown. «Non eravamo ricchi, ma le nostre case erano piene di amici e parenti. Ce l’abbiamo fatta perché siamo rimasti tutti uniti», scriveva Eleonora Gervasi Bellobuono. E nel 1934 gli italiani erano così tanti da riuscire a far eleggere il primo sindaco italiano. Si chiamava Leo B. Santangelo.

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