Il ‘dossier Battisti’ è nella mani dell’Avvocatura generale dello Stato brasiliana per una valutazione tecnico-giuridica del caso per “orientare” l’ultima parola che spetta al presidente Lula.
«Se sarò consultato dal presidente Lula, tornerò a difendere la mia posizione»: lo ha sottolineato il ministro brasiliano della giustizia, Tarso Genro, che lo scorso gennaio ha dato l’asilo politico a Cesare Battisti, al quotidiano “Estado”.
«La sua decisione è sovrana», ha aggiunto Genro, che ha contestato il via libera all’estradizione annunciata ieri dal Supremo Tribunal Federal. Secondo la normativa brasiliana, un processo d’estradizione viene estinto «nel momento in cui si concede lo status di rifugiato politico», ha aggiunto Genro, che ha così concluso: «I giudici della Corte hanno interpretato la questione in modo diverso, e hanno diritto a farlo. Ma ora il procedimento è tornato nel suo alveo naturale», e cioè nelle mani della presidenza.
Il presidente brasiliano Lula potrebbe decidere di lasciare Cesare Battisti in Brasile, ma per “ragioni umanitarie”, dunque non sulla base dell’asilo politico concesso a gennaio dal ministro della giustizia, Tarso Genro. Lo afferma il quotidiano O Globo, precisando che dopo il via libera all’estradizione deciso ieri dal Supremo Tribunal Federal, «il governo sta studiando una soluzione diplomatica e giudiziaria» sulla questione.
Nell’esecutivo di Lula, il ‘5 a 4’ con cui ieri i giudici hanno riconosciuto che l’ultima parola tocca al presidente, è stato considerato una “vittoria”, afferma il giornale, ricordando che Lula sta comunque prendendo in considerazioni diverse ipotesi.