Eunuco oggi, non nel medio evo, a Londra, non a Istambul o Bagdad. Sul sito web Eunuch Maker trasmessa in diretta la castrazione di un uomo, modificazione corporea estrema, rimozione di pene e testicoli.
Un impiegato d’albergo ha ammesso di aver preso parte a una castrazione mediante pinzaggio come parte di un piano di modificazione corporea in cui le procedure venivano trasmesse in diretta streaming su un sito web chiamato “the Eunuch Makers”.
Il 28enne rumeno Ion Ciucur, che lavora in un hotel di Gretna Green, in Scozia, quando è comparso all’Old Bailey, ha ammesso di aver partecipato a un progetto di danni fisici gravi in relazione a due interventi di modifica.
Il presunto capo della banda, il norvegese Marius Gustavson, noto come il “fabbricante di eunuchi”, è accusato di aver intascato fino a 200.000 sterline trasmettendo in diretta online le trasformazioni corporee.
Gustavson, che vive a Tottenham, a nord di Londra, si è fatto rimuovere il pene e uno dei capezzoli.
La pratica è legata a una sottocultura in cui gli uomini diventano “nullos” – abbreviazione di nullificazione genitale – facendosi rimuovere il pene e i testicoli.
Il progetto avrebbe coinvolto fino a 29 operazioni di modifiche estreme del corpo, la rimozione di parti del corpo e il commercio di parti del corpo di altri otto uomini oltre a Gustavson.
Ciucur avrebbe fatto “parte della cerchia ristretta di Gustavson” e sarebbe stato partecipe di una castrazione mediante clampaggio.
L’ex infermiere Nathaniel Arnold, 46 anni, Jacob Crimi-Appleby, 23 anni, e Damien Brynes, 36 anni, hanno rimosso parti del corpo da Gustavson e saranno processati il 12 gennaio.
Crimi-Appleby ha congelato la gamba di Gustavson rendendone necessaria l’amputazione, Brynes ha rimosso il pene e Arnold ha partecipato alla rimozione parziale del capezzolo.
Arnold ha anche ammesso di aver rubato lidocaina mentre lavorava come infermiere al Chelsea and Westminster Hospital di Londra tra il gennaio 2016 e il gennaio 2022, e di essere in possesso di immagini pornografiche estreme.
Il presunto “braccio destro” di Gustavson, il chirurgo Peter Wates, 66 anni, ha ammesso l’associazione a delinquere finalizzata a causare lesioni personali gravi.
Anche il tedesco Stefan Scharf, 61 anni, è comparso per la prima volta all’Old Bailey con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a provocare lesioni personali gravi.
È accusato di aver partecipato a una singola procedura rimuovendo un testicolo in un appartamento di Camden nel luglio 2019.
Si dichiarerà colpevole il 12 gennaio e al momento rimane in custodia cautelare.
Gustavson e Scharf sono apparsi in collegamento video dall’HMP Wandsworth, Gustavson su una sedia a rotelle mentre Scharf cammina con le stampelle e ha alzato la mano per confermare la sua identità.
Arnold, Crimi-Appleby e Brynes hanno ammesso di aver provocato lesioni personali gravi con intenzionalità.
Gustavson ha ammesso l’associazione a delinquere finalizzata a commettere lesioni personali gravi, oltre a due capi d’accusa per aver provocato lesioni personali gravi con l’intenzione di commetterle e un capo d’accusa per possesso di materiale criminale, ovvero denaro.
Nega altri tre capi d’accusa per lesioni personali gravi con intento doloso e dovrà affrontare il processo il 4 marzo 2024.
Ammette inoltre di aver realizzato e distribuito due video pornografici di un bambino tra il gennaio 2017 e il gennaio 2020.
David Carruthers, 60 anni, e Janus Atkin, 37 anni, del Galles meridionale, negano l’associazione a delinquere finalizzata alle lesioni personali gravi.
Ashley Williams, 31 anni, ha ammesso di aver causato lesioni personali gravi con l’intento di provocare danni ad Atkin nella sua casa di Newport, nel Galles meridionale, il 7 novembre 2017.
Gustavson e Ciucur sono in custodia cautelare, mentre gli altri sono in libertà condizionata, con coprifuoco e obbligo di domicilio.
Crimi-Appleby, di Epsom, Surrey, Arnold, di South Kensington, e Byrnes, di Tottenham, hanno ammesso di aver provocato lesioni gravi intenzionalmente.
Scharf, senza fissa dimora, è accusato di concorso in lesioni personali volontarie.