Facebook fa causa alla Unione europea: "Viola la privacy dei nostri dipendenti" Facebook fa causa alla Unione europea: "Viola la privacy dei nostri dipendenti"

Facebook fa causa alla Unione europea: “Viola la privacy dei nostri dipendenti”

Facebook accusa la Unione europea di violare la privacy dei propri dipendenti, perché pretende di indagare su documenti contenenti informazioni personali. 

La mossa di Facebook arriva dopo che la stessa Commissione europea aveva accusato la società di fare un utilizzo poco chiaro della mole di dati dei suoi utenti.

La contromossa del social network coglie di sorpresa l’antitrust europeo, che non ferma l’indagine aperta a dicembre scorso ma che dovrà ora difendersi davanti alla Corte di Giustizia della Ue. 

Le due indagini a Bruxelles

Sono due le indagini di Bruxelles in corso. Una si concentra su come vengono raccolti, utilizzati ceduti o commercializzati i dati degli utenti e che impatto ha sulla concorrenza.

L’altra riguarda Marketplace, il suo servizio gratuito di annunci pubblicitari, e punta a stabilire se abusi della propria posizione dominante nel settore. 

Il ricorso di Facebook

Facebook ha presentato il ricorso contro la Commissione europea ai giudici di Lussemburgo lo scorso 15 luglio. Il colosso social ha messo in discussione la richiesta Ue di avere accesso a migliaia di documenti giudicati irrilevanti dall’azienda, e che oltretutto contengono informazioni altamente personali.

L’azienda sostiene di aver già fornito alla Commissione, da marzo, 1,7 milioni di pagine di documenti, inclusi messaggi di posta elettronica interni. Bruxelles, però, ha chiesto ulteriori informazioni, esigendo tutti i documenti contenenti parole come “grande domanda”, “gratis”, “non va bene per noi” e “shutdown”.

Nel suo ricorso la società sostiene che questa richiesta sia troppo ampia e includerebbe anche informazioni private sui propri dipendenti.

“La natura eccezionalmente ampia delle richieste della Commissione significa che saremmo tenuti a consegnare documenti in prevalenza irrilevanti, che non hanno nulla a che fare con le indagini della Commissione, tra cui informazioni personali altamente sensibili come informazioni mediche dei dipendenti, documenti finanziari personali e informazioni private sui familiari dei dipendenti”, ha spiegato Tim Lamb, un avvocato di Facebook che si occupa di concorrenza.

Per questo Facebook si è rivolto al Tribunale dell’Unione europea, che dovrà ora valutare se le richieste i Bruxelles sono proporzionate oppure no.

“La Commissione difenderà il suo caso davanti alla Corte” e “l’indagine Ue sul potenziale comportamento anticoncorrenziale di Facebook è in corso”, ha fatto sapere un portavoce. (Fonte: Ansa)

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