Da eroi moderni a dimenticati: la favola incompiuta dei minatori cileni

Pubblicato il 20 Ottobre 2011 - 00:02 OLTRE 6 MESI FA

Durante un breve momento di gloria, Los 33 sono diventati un simbolo di solidarietà e di fede, l’emblema di un miracolo moderno di fraternità in un mondo segnato sempre più dall’opportunismo e dall’individualismo, una parabola laica della lotta contro la fatalità. Ma, al di là del simbolismo, questi uomini erano diventati anche delle superstar.

Appena usciti dalla trappola, Los 33 hanno ricevuto regali e denaro da uomini famosi e potenti, sono stati applauditi da una folla in visibilio allo stadio di Wembley, sono partiti in viaggi ufficiali in tutto il mondo, sono stati fotografati dai più grandi fotografi per le pagine delle più grandi riviste.

Oggi, la maggior parte di loro sono ricaduti nella povertà da cui sembravano dover uscire. Sette sono in permesso malattia, quattro di loro sono tornati nelle miniere e quindici sono disoccupati. Alcuni di loro non hanno un lavoro stabile e collezionano piccoli lavoretti. Molti soffrono di gravi problemi psicologici.

Edison Pena, uno dei minatori più mediatizzati, il fan di Elvis che correva nelle gallerie della miniera, è da poco entrato in un centro di disintossicazione per lottare contro la dipendenza dall’alcol e dalle droghe. La maggior parte di loro, ossessionati dal ricordo della tragedia sfiorata e dalle sirene ingannatrici del successo, vive consumando forti dosi di calmanti, stimolanti, stabilizzatori di umori.

La favola moderna è rimasta pur sempre una favola. Le luci della televisione si sono spente, l’incantesimo si è rotto, la realtà è tornata ad essere la realtà per i trentatre minatori cileni.