Bahareh Zare Bahari, Bahareh Zare Bahari,

Filippine, ex miss iraniana bloccata in aeroporto chiede asilo: “Teheran vuole eliminarmi per le mie critiche”

Bahareh Zare Bahari,
Bahareh Zare Bahari (Foto Facebook)

MANILA –  Bloccata in aeroporto, sostenendo che rischia di essere uccisa se verrà rimpatriata in Iran. Bahareh Zare Bahari, ex miss iraniana, si trova da due settimane nello scalo internazionale di Manila, nelle Filippine, Paese in cui vive dal 2014 e al quale adesso chiede asilo perché Teheran, sostiene, vuole eliminarla a causa delle sue critiche contro il governo.

Bahari era arrivata nel Paese asiatico per studiare odontoiatria, ma è stata fermata dalle autorità 12 giorni fa di ritorno da un viaggio a Dubai: su di lei, ha reso noto in un comunicato il Dipartimento dell’immigrazione filippino, pende un avviso di ricerca rosso dell’Interpol emesso – secondo la donna – in seguito ad una richiesta fatta dall’Iran nel 2018.

Bahari, che ha partecipato al recente concorso di bellezza Miss Intercontinental tenutosi a Manila, è convinta che se sarà riportata in Iran rischia la vita a causa del suo sostegno a Reza Pahlavi, il figlio maggiore in esilio dell’ultimo scià Mohammad Reza Pahlavi e della sua terza moglie Farah Diba.

In particolare, Bahari ha raccontato di avere esposto un’immagine di Pahlavi, insieme ad una bandiera dell’ex monarchia iraniana, durante il concorso affermando di “cercare di essere la voce della mia gente”.

Raggiunta telefonicamente dalla Cnn in una stanza del Terminal 3 dell’aeroporto internazionale Ninoy Aquino di Manila dove si trova, la donna ha detto che lo scorso 17 ottobre le è stato negato l’ingresso nel Paese al suo ritorno da Dubai ed è stato allora che ha chiesto formalmente asilo.

Le autorità filippine, prosegue la Cnn, l’accusano anche di aggressione e percosse nella città di Dagupan, accuse che Bahari nega fermamente definendole “una grande bugia” inventata per costringerla a tornare in Iran. Interpellata dalla Cnn, l’Interpol non ha voluto commentare il caso. (Fonti: Ansa, Cnn)

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