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Film anti-Islam, Obama: “Gli Usa rispettano le religioni”. Militari Usa pronti ad intervenire

di Lorenzo Briotti |15 Settembre 2012 13:03

ROMA – Continuano le proteste per il film “L’innocenza dei Musulmani” finanziato da alcuni copti residenti negli Stati Uniti e realizzato da un ebreo-americano,che ha fortemente offeso i fedeli musulmani, che hanno giudicato la pellicola blasfema. Se il venerdì di preghiera del mondo musulmano si è trasformato in un venerdì di protesta, anche nella notte e nella giornata di sabato 15 settembre le proteste sono continuate.

OBAMA, NESSUNA GIUSTIFICAZIONE AGLI ATTACCHI. NOI RISPETTIAMO LE RELIGIONI – Non c’è giustificazione alla violenza. Non c’è alcuna scusa agli attacchi alle nostre ambasciate o consolati. Fino a che sarò comandante in capo non tollererò gli sforzi di nuocere ai nostri concittadini”. Lo afferma il presidente Barack Obama nel messaggio settimanale, sottolineando che gli Stati Uniti sono impegnati ad assicurare che tutti gli americani in servizio all’estero siano protetti. ”Siamo in contatto con i governi di tutto il mondo per rafforzare la collaborazione e per sottolineare che tutti i paesi hanno la responsabilita’ di proteggere il nostro personale”.

Gli Stati Uniti,prosegue Obama “hanno un profondo rispetto per la gente di tutte le religioni. Siamo per la libertà religiosa e respingiamo chi denigra le religioni, incluso l’islam”. Gli Stati Uniti, secondo Obama devono “inviare un messaggio chiaro e risoluto al mondo: chi ci ha attaccato non sfuggirà alla giustizia. Non permetteremo a nessuno di scuotere la determinazione americana”.

TUNISI, POLIZIA SU TRACCE SCEICCO SALAFITA – La polizia tunisina sta cercando, dalla tarda serata di venerdì, uno degli esponenti più noti del salafismo, lo sceicco Abou Iyadh, sospettato di avere ispirato i disordini davanti all’ambasciata americana. Gli agenti, andati a casa dell’uomo per prelevarlo, non l’hanno trovato e a nulla hanno portato le ricerche che si sono protratte per tutta la notte. Esponenti del partito salafita Hezb Ettahir hanno confermato, a radio Mosaique, che Iyahd era presente davanti all’ambasciata americana, ma che si è allontanato quando la situazione ha cominciato a degenerare. Abou Iyadh (il cui vero nome è Seifallah Ben Hassine) è noto per la violenza dei suoi sermoni, dei quali fa anche bersaglio gli sciiti. Condannato per attivita’ contro lo Stato, ha goduto, nel marzo del 2011, dell’amnistia generale. Abou Iyadh è sospettato di avere avuto legami con il palestinese Abou Qatada, ex jihadista in Afghanistan.

TALEBANI PACHISTANI: ‘GIOVANI RIBELLATEVI’ – Anche i talebani pachistani hanno denunciato il film anti Islam prodotto negli Stati Uniti e chiesto al Pakistan di reagire per difendere la religione islamica. In una e-mail inviata all’Ansa, il portavoce del Tehrik-e-Taliban Pakistan, Ihsanullah Ihsan, ha messo in guardia gli Stati Uniti “e in suoi alleati” dall’offendere il profeta Maometto. Ha poi rivolto un appello “ai giovani del Pakistan” di “ribellarsi per difendere la religione e la sacralità dell’Islam” come è successo a Bengasi. “Smettete di aspettare che i vostri governi tirannici facciano qualcosa perché loro hanno scelto la via dell’umiliazione – ha continuato del Tehrik-e-Taliban Pakistan -. Gli uomini del Ttp che sono pronti al martirio non dimenticheranno mai chi ha insultato il Profeta”. Venerdì 14 centinaia di dimostranti sono scesi in strada nelle principali città pachistane dopo la tradizionale preghiera del Venerdì per manifestare contro gli Stati Uniti.

TUNISI: MINISTRO,NON SAPPIAMO CHI HA UCCISO – Le autorità tunisine non hanno, sino a questo momento, certezze su chi abbia sparato e ucciso i due manifestanti nel corso dei disordini all’ambasciata americana di venerdì 14 setembre. In una intervista a radio Shems, il ministro della Salute Abdeltif Mekki ha detto che ”al momento non sappiamo se le pallottole sono state tirate dalla polizia tunisina o dalle unità della sicurezza americane, dispiegate sul tetto dell’ambasciata”. In effetti,  durante i disordini, sono stati visti degli uomini in divisa, con elmetti, giubotti anti-proiettile e arma da fuoco lunghe in mano spostarsi su tetti e terrazze di alcuni edifici sotto assedio dell’ambasciata.

INDIA, ANCORA PROTESTE IN KASHMIR – Per il secondo giorno consecutivo, gruppi di dimostranti sono scesi in strada nel Kashmir indiano, regione a maggioranza mussulmana, per protestare contro il film anti Islam prodotto negli Stati Uniti. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ians. In particolare, un corteo di studenti ha marciato nel capoluogo di Srinagar nell’area di Press Enclave scandendo slogan contro gli Stato Uniti e Israele. Altre manifestazioni si sono tenute nel centro storico. Le autorità dello stato indiano di Jammu e Kashmir avevano chiesto di oscurare l’anteprima del misterioso film ‘The Innocence of Muslims’ su You Tube, ma per ora non sono state prese azioni contro il video.

PRODUTTORE DEL FILM INTERROGATO – Nakoula Basseley Nakoula, il cristiano copto di origini egiziane che vive a 40 km da Los Angeles e dice di essere uno dei produttori del film anti-islam che da due giorni ha scatenato proteste in tutto il mondo, è stato interrogato da funzionari delle autorità federali. Lo riferisce la polizia.

Nakoula Basseley Nakoula non è stato “ammanettato” e “ha lasciato la sua casa volontariamente”, riferiscono fonti di polizia precisando che il produttore è stato accompagnato dal vice sceriffo presso la stazione di polizia di Cerritos, dove è residente, per incontrare i funzionari federali.

RACHIDA DATI (EX MINISTRO FRANCESE): NON ABBANDONIAMO GLI ARABI – “Conosco quei Paesi e quella gente, sono popoli giovani con aspirazioni identiche alle nostre. Da parte nostra, adesso non possiamo voltare le spalle. Noi dobbiamo sostenere la maggioranza, che non la pensa come i fanatici che attaccano le ambasciate”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Rachida Dati, ex ministro della Giustizia francese a proposito delle proteste contro il film anti-islam scoppiate nel mondo arabo. “Dobbiamo distinguere tra persone comuni e militanti politici – spiega -. All’origine delle primavere arabe c’è la società civile. Donne, uomini, in lotta contro le dittature. Una volta caduti i tiranni, l’opposizione si è dimostrata politicamente non pronta. Dopo i dittatori c’è stato il nulla politico, riempito dall’unica forza che per decenni ha continuato a organizzarsi, quella degli islamisti”.

“Chi ha prodotto quel video – aggiunge – sperava di provocare esattamente questo effetto, e gli estremisti non aspettano altro che qualcuno faccia loro il favore di produrre simili sconcezze. Detto questo, quel video è ignobile, inaccettabile, ma evidentemente non giustifica le uccisioni o gli attentati. Mi chiedo se non potremmo fare di più per impedire la diffusione di questa robaccia”. “In tutti questi avvenimenti – precisa – l’Europa è stata assente”.

YEMEN, AL QAEDA: “UCCIDETE I DIPLOMATICI AMERICANI” – Il ramo di Al Qaeda nello Yemen hanno lanciato una crociata contro gli Usa ed hanno esortato i musulmani ad uccidere i diplomatici americani: “Chiunque incontri ambasciatori o emissari americani dovrebbe seguire l’esempio dei libici, che hanno ucciso l’ambasciatore Usa”.

TALEBANI RIVENDICANO ATTACCO BASE MILITARE – I talebani afgani hanno rivendicato l’attacco alla base militare di Camp Bastion, dove è di stanza il principe Harry, mettendolo in ralazione con la diffusione del film su Maometto. Qari Yousuf,. un portavoce talebano ha detto: “Lo scopo di questo attacco era la vendetta contro gli americani per il film anti-profeta”.

TUNISI, 28 ARRESTATI TRA MANIFESTANTI – Resta fermo a due morti e una cinquantina di feriti, oltre a 28 arresti, così come comunicato in nottata dal Ministero dell’Interno, il bilancio ufficiale dei disordini di venerdì davanti all’ambasciata americana di Tunisi. Secondo la stessa fonte, tra i feriti 22 sono elementi delle forze dell’ordine, nessuno dei quali, a quanto si apprende, sarebbe in condizioni serie. I manifestanti hanno dato alle fiamme 68 vetture, due camion ed una macchina industriale, oltre ad un automezzo delle forze di polizia.

TUNISIA, ATTACCATE CASERME DURANTE LA NOTTE – Un gruppo di salafiti ha attaccato e incendiato, la scorsa notte, una caserma della Guardia nazionale a Biserta. Un attacco e’ stato, poi, portato contro un’altra caserma della Guardia nazionale, a Ettadhamen, nella periferia ovest della capitale, ma gli agenti sono riusciti a respingere gli assalitori con un fitto lancio di granate lacrimogene.

TUNISI, CACCIA ALLE MENTI DIETRO AI DISORDINI – Le forze di sicurezza tunisine sarebbero state impegnate nel corso della notte tra venerdì e sabato, in una vasta operazione mirata a trovare coloro che hanno orchestrato gli incidenti davanti all’ambasciata americana e i principali responsabili degli scontri. In particolare, la polizia sarebbe sulle tracce di attivisti e predicatori salafiti che, con le loro parole, hanno alimentato la protesta poi sfociata nei disordini.

PROTESTE ANCHE A SIDNEY, SCONTRI – Oltre 500 persone sono scese in piazza a Sidney, in Australia, per protestare contro il film anti-islam prodotto negli Stati Uniti che da due giorni sta scatenando manifestazioni in tutto il mondo. Lo riferiscono media locali che parlano di arresti tra i manifestanti dopo scontri con la polizia che ha lanciato lacrimogeni. “Decapitazione per tutti quelli che insultano il profeta”, hanno gridato i manifestanti.

PANETTA, DISPIEGATE FORZE USA IN 17-18 LUOGHI: Gli Usa stanno dispiegando forze militari in 17-18 luoghi in tutto il mondo islamico. Lo ha annunciato il segretario americano alla Difesa Leon Panetta alla rivista Foreign Policy senza fornire indicazioni precise su luoghi e numeri. “Dobbiamo essere preparati nel caso in cui le proteste dovessero sfuggire di mano”, ha aggiunto Panetta precisando che comunque “una manifestazione di estremisti non è necessariamente espressione del sentire di tutto un paese, come all’epoca del Ku Klux Klan negli Stati Uniti”.

CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU CONDANNA GLI ATTACCHI ALLE SEDI DIPLOMATICHE –  Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu condanna con la ”massima fermezza” gli attacchi contro le sedi consolari e il personale diplomatico degli stati membri. I quindici ribadiscono che tali ”atti sono ingiustificabili a prescindere dalle loro motivazioni” e invitano tutte le autotita’ a proteggere le sedi e il personale diplomatico e rispettare pienamente i loro obblighi internazionali.

 

 

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