ROMA – Lo stabilimento della Ford a Chicago ha chiuso nuovamente il giorno dopo la riapertura per due nuovi casi di covid-19 tra i suoi dipendenti.
Per due mesi lo stabilimento era rimasto chiuso e la produzione ferma per via del lockdown per il coronavirus.
Solo un giorno di riapertura e poi di nuovo la chiusura temporanea, per via dei due dipendenti risultati positivi al covid-19.
Ford: “Dipendenti positivi al covid-19, avviate procedure sanificazione”
Un portavoce della Ford ha spiegato che i dipendenti sono stati testati al rientro in azienda.
Dopo averne accertato la positività, l’azienda si è attivata per le procedure anti-contagio e la sanificazione degli ambienti.
“Abbiamo immediatamente informato coloro che erano a conoscenza di essere stati in contatto con gli individui contaminati e gli abbiamo chiesto di mettersi in quarantena per 14 giorni”, ha riferito.
Un’intera sezione del sito, dove lavorano più di 5.800 persone, è stata chiusa.
A confermarlo è stato Brian Rothenberg, portavoce del sindacato automobilistico UAW.
La maggior parte dei dipendenti sono stati sgomberati e rimandati a casa.
L’azienda ha fatto sapere di aver “accuratamente pulito e i luoghi di lavoro, le attrezzature, le aree comuni e il percorso utilizzato dai dipendenti malati”.
“Considerando il periodo di incubazione, questi dipendenti non hanno contratto Covid-19 sul posto di lavoro”, spiega la Ford.
“Abbiamo messo in atto dei protocolli per aiutare a fermare la diffusione del virus”, ha poi aggiunto.
Inoltre, ha affermato che i due dipendenti lavoravano in un edificio a quasi due chilometri dalla catena di montaggio, il cuore della fabbrica.
Ford richiude l’impianto di Chicago dopo solo un giorno
L’impianto, che produce la Ford Explorer, la Lincoln Aviator e il SUV della polizia Interceptor, ha riaperto la sera di martedì 19 maggio e le operazioni sono proseguite mercoledì.
“Tutti i protocolli (salute e sicurezza) sono stati seguiti alla lettera”, ha detto Brian Rothenberg dell’UAW.
L’individuazione di questi nuovi casi di Covid-19 rischia di allarmare coloro che sono riluttanti a un’accelerazione dell’uscita dal lockdown.
I sindacati e gli esperti temono un aumento dei contagi.
Il problema è il mantenimento della distanza sociale, dato che negli stabilimenti i dipendenti lavorano spesso fianco a fianco e faccia a faccia in piccole aree. (Fonte: AGI)