PECHINO – Sorpreso a prendere dei sonniferi, viene accusato di “perturbare l’ordine” aziendale. Altri dipendenti sono stati licenziati al primo segno di squilibrio. La nuova politica della Foxconn sembrerebbe quella di licenziare i soggetti a rischio suicidio senza troppi complimenti: volendo essere cinici, prevenire è meglio che curare.
Quello dei suicidi in Foxconn è un argomento sempre caldo, appena una settimana fa l’azienda cinese è stata costretta a smentire il tentato suicidio di una dipendente. Oggi un ex dipendente ha accusato il fornitore di Apple di applicare discutibili politiche di licenziamento.
Foxconn è un’azienda di Taiwan che in Cina ha i più grandi stabilimenti del paese dove si produce elettronica di consumo, circa un milione di dipendenti pagati pochissimo e sottoposti a una rigida disciplina aziendale. Spesso sradicati dal loro ambiente sociale non reggono alla pressione e si tolgono la vita.Quando i suicidi sono diventati troppi per non essere notati, ne è nato un caso internazionale, essendo Foxconn uno dei principali fornitori di Apple.
L’azienda di Cupertino ha cercato di limitare i danni fin da subito, promuovendo un’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Foxconn. Ma nonostante gli sforzi di Apple è bastato poco a riaccendere il fuoco delle polemiche.
Ne parla il Beijing Times che racconta la storia di un dipendente licenziato dopo essere stato visto da un collega ingerire alcune pillole contro l’insonnia. Trasportato forzosamente in ospedale perché sospettato di voler commettere suicidio con le suddette pillole, l’uomo è stato poi licenziato il giorno seguente con l’accusa di aver “perturbato l’ordine aziendale”.
Il fatto risale allo scorso 2 aprile, il giovane di appena 27 anni ha poi spiegato al quotidiano di fare regolarmente uso di sonniferi come rimedio contro l’insonnia. Foxconn dal canto suo non ha ancora commentato la notizia ma ha alimentato non pochi dubbi sulle politiche adottate per far fronte alla piaga dei suicidi.