Gaza, tre carabinieri italiani rifugiati nella sede Onu assediata da Hamas

Gaza, 3 carabinieri italiani rifugiati nella sede Onu assediata da Hamas
Gaza, 3 carabinieri italiani rifugiati nella sede Onu assediata da Hamas

TEL AVIV – Tre carabinieri italiani sono attualmente rifugiati nella sede dell’Onu a Gaza, che è circondata dalle forze di sicurezza di Hamas. Lo ha riferito la Radio militare israeliana secondo cui Hamas ha “dubbi sulla loro identità e sospetta che siano delle forze speciali israeliane sotto mentite spoglie”. La situazione si sarebbe sbloccata nella notte e i tre militari sarebbero pronti a tornare a Gerusalemme.

Secondo la Radio, “sono stati inviati dal Consolato italiano a Gerusalemme e mentre erano a Gaza si sono rifiutati di fermarsi ad un posto di blocco di Hamas, trovando poi rifugio nella sede dell’Onu”.

Secondo il sito palestinese QudsNet l’Onu stesso “avrebbe confermato che sono stranieri con cittadinanza italiana e passaporto diplomatico, entrati a Gaza per un lavoro ufficiale”. Fonti della sicurezza di Hamas, riferite da media della Striscia, hanno detto che l’Italia ha inviato informazioni al ministero dell’Interno a Gaza spiegando che i tre sono “cittadini italiani entrati in missione ufficiale”.

La “Resistenza – riferiscono le stesse fonti – sta ancora indagando sulla credibilità di questa informazione e chiede la consegna dei tre stranieri ai servizi di sicurezza e una adeguata inchiesta”. L’ambasciatore italiano in Israele, Gianluigi Benedetti, secondo il Jerusalem Post ha incontrato uno dei capi di Hamas, Ismail Haniyeh, per chiedergli la liberazione dei militari italiani.

Nella notte tra 15 e 16 gennaio la situazione dei tre carabinieri itliani si è sbloccata. Lo riferiscono media palestinesi e israeliani, secondo cui Hamas ha tolto l’assedio dopo aver accertato la loro identità di italiani e non di israeliani come sospettato in precedenza. Fonti stampa hanno aggiunto che domani con la riapertura del valico di Eretz con Israele i carabinieri dovrebbero poter uscire da Gaza e fare ritorno a Gerusalemme. Non ci sono al momento conferme ufficiali. 

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