GAZA – Simone Camilli di Associated Press è il giornalista italiano morto a Beit Lahiya, nel nord della striscia di Gaza. Camilli, romano, aveva 35 anni, una moglie e due figli. È rimasto ucciso dall’esplosione di un missile israeliano che artificieri palestinesi stavano tentando di disinnescare. Camilli stava riprendendo l’operazione di disinnesco.
Insieme a lui sono morti: Ali Shehda Abu Afash, traduttore palestinese che lavorava con Camilli per l’AP; gli artificieri Ayssir Hum, Hazem Abu Murad e Bilal Sultan. In totale i morti sono stati cinque e i feriti gravi quattro, fra i quali il fotografo dell’Ap Hatem Moussa.
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La notizia è arrivata intorno alle 12 (ora italiana): la fonte è la pagina Facebook di Ahraf al-Qedra (o al-Qidra), portavoce del ministero della sanità palestinese a Gaza. “Un giornalista italiano è morto a Beit Lahiya, nel nord della striscia di Gaza”: riferisce al-Qedra, spiegando che in seguito a un’esplosione ci sono stati sette morti: sei palestinesi e un giornalista italiano.
La tragedia è avvenuta mentre esperti palestinesi stavano cercando di smantellare un missile israeliano inesploso. Il tentativo non è andato a buon fine e l’ordigno contenuto nella testata del missile è esploso.
Un superstite, Najy Abu Murad, ha detto all’Ansa che si trattava di una trappola. Il fratello Hazem (un alto ufficiale della polizia di Gaza rimasto ucciso nella deflagrazione) era un professionista nella neutralizzazione di quel genere di ordigni e che procedeva sempre con grande cautela. La sua convinzione è che la bomba israeliana sia stata manipolata ”nell’intento di provocare vittime”.
Le operazioni di neutralizzazione erano iniziate nella prima mattinata quando l’ordigno era stato trasferito da una località vicina ai grattacieli di Sheikh Zayed, presso Beit Lahiya, in un campo di calcio distante oltre cento metri. Questa precauzione, secondo Najy Abu Murad, ha poi salvato altre vite umane. In quel campo di calcio, nei giorni scorsi, erano stati neutralizzati altri ordigni rimasti sul terreno. Oggi le operazioni degli artificieri erano seguite da tre giornalisti molto esperti e conosciuti a Gaza, tra cui il videoreporter italiano.
Simone Camilli era nato a Roma il 28 marzo del 1979. Il videoreporter italiano aveva una grande esperienza sul campo, lavorando per diverse agenzie internazionali tra cui l’Associated Press. Aveva coperto alcuni dei maggiori eventi dal Medio Oriente alla Turchia ai Balcani fino al disastro della Costa Concordia.
Una foto datata primo luglio 2014 mostra Camilli in prima linea con i peshmerga curdi, che combattono nel nord dell’Iraq contro le armate fondamentaliste dell’Isis. Poi era tornato a Gaza, per documentare i bombardamenti di “Margine Protettivo“, la terza operazione in sei anni dell’esercito israeliano nella Striscia.
Insieme a Pietro Bellorini, aveva girato tre anni fa un documentario sulla Striscia, “About Gaza” (VIDEO).
FOTO DI SIMONE CAMILLI E ALCUNI FRAME DA “ABOUT GAZA”, DOCUMENTARIO DI SIMONE CAMILLI E PIETRO BELLORINI;
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