Proprio mentre il Senato americano sta discutendo sugli omosessuali apertamente dichiarati in divisa, il militare è intervenuto per spiegare che il contingente olandese era gravemente impreparato a difendere i musulmani bosniaci dall’aggressione delle armate serbe perché c’erano anche numerosi soldati gay.
«Il crollo dell’Unione Sovietica ha spinto gli eserciti europei, compreso quello olandese, a credere che non ci fosse più bisogno di persone dalla forte capacità di combattimento. Quindi hanno cominciato ad allargare le maglie del reclutamento, ammettendo anche i gay dichiarati», ha detto Sheehan.
Sgomento e assolutamente contrario a questa visione è l’ambasciatore olandese a Washington, Renee Jones Bos: «Vorrei ricordare con orgoglio il contributo che gay e lesbiche hanno dato e danno quotidianamente alle nostre forze armate ormai da decenni distinguendosi in tanti teatri di guerra, e oggi in Afghanistan. La missione olandese a Srebrenica è stata studiata e valutata da molti rapporti al livello nazionale e internazionale, ma nessuno di loro – ha concluso l’ambasciatore – ha mai individuato alcuna relazione tra la strage dei musulmani e la presenza di soldati gay».