George Floyd, la commemorazione a Minneapolis. "Ucciso dalla pandemia di razzismo" George Floyd, la commemorazione a Minneapolis. "Ucciso dalla pandemia di razzismo"

George Floyd, la commemorazione a Minneapolis. “Ucciso dalla pandemia di razzismo”

WASHINGTON  –  “Non è stato il coronavirus ad uccidere George Floyd ma la pandemia di razzismo e discriminazione“: lo ha detto Benjamin Crump, uno degli avvocati dalla famiglia, ricordando la figura della vittima nella commemorazione a Minneapolis giovedì 4 giugno.

Dall’autopsia è emerso che Floyd, l’afroamericano di 46 anni morto soffocato da un agente a terra durante un arresto per il presunto spaccio di una banconota falsa da 20 dollari, era positivo al Covid-19.

“Quello che abbiamo visto in quel video è inumano, non cooperate con la malvagità, non cooperate con l’ingiustizia, protestate contro, tutti noi meritiamo qualcosa di meglio”, ha aggiunto riferendosi alle immagini della morte di Floyd.

Il legale ha denunciato il razzismo, chiesto un’ampia riforma della giustizia e invitato a combattere per tutti i George Floyd sconosciuti del mondo, elencando i nomi di altri afroamericani vittime della brutalità della polizia. 

La commemorazione di Floyd a Minneapolis

Migliaia di persone hanno affollato oggi Minneapolis per la prima commemorazione funebre pubblica di George Floyd.

“Ho visto molti americani di razze ed età differenti marciare insieme e alzare la loro voce insieme, siamo ad un punto di svolta”, ha detto il reverendo newyorchese Al Sharpton, noto leader nella lotta per i diritti civili, poco prima di ricordare la vittima in un discorso emozionante nel grande santuario della North Central University, presenti i famigliari e il loro avvocato.

La cerimonia arriva all’indomani della svolta nelle indagini, con la procura che ha aggravato l’imputazione per l’ex agente Derek Chauvin da omicidio colposo a omicidio volontario e ordinato l’arresto dei suoi tre colleghi accusandoli di complicità, come chiedevano la famiglia e i manifestanti che hanno infiammato l’America.

E che adesso, nonostante i 10 mila arresti eseguiti finora, continuano a scendere in piazza più pacificamente per chiedere riforme contro le iniquità razziali e gli abusi delle forze dell’ordine, mentre il Senato si appresta a votare l’abolizione della stretta al collo e la Virginia a rimuovere la statua del generale sudista Robert E. Lee. (Fonte: Ansa)

 

 

 

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